Gli omofobi d’America hanno accusato Uber Eats di “aver tentato di fare il lavaggio LGBT del cervello agli spettatori” attraverso una serie di pubblicità che vedono Jonathan Van Ness, volto di Queer Eye, fare spaccate su una sbarra insieme alla campionessa olimpica Simone Biles.
Il gruppo omofobo e cattoestremista One Million Moms, ramo dell’American Family Association, ha sostenuto che guardare Van Ness “saltellare con indosso abiti del sesso opposto” avrebbe fatto perdere al pubblico “l’appetito“. E non è tutto. Il gruppo sta sollecitando i propri sostenitori ad inviare un messaggio all’azienda, che testualmente recita: “Sono estremamente deluso dal fatto che Uber Eats e Uber si rifiutino di rimanere neutrali nella guerra culturale che stiamo vivendo. Uber sta promuovendo l’agenda LGBTQ nei confronti delle famiglie con le sue pubblicità più recenti. Se Uber non può rimanere neutrale, non supporterò più questa azienda “.
One Million Moms ha definito Jonathan Van Ness “una travestita“, sostenendo che “chiunque sia curioso o in difficoltà con la propria identità sessuale” abbia semplicemente bisogno di risposte “da una prospettiva biblica“. Da parte di Uber Eats è arrivata una ferma risposta. Un portavoce ha dichiarato a NBC News: “In Uber Eats ci impegniamo ostinatamente a rappresentare lo spettro dei sapori. Dai tacos al talento, ci piace il piccante. Jonathan Van Ness e Simon servono su un piatto abilità ginniche e fiducia in sè stessi, qualità che milioni di mamme ovunque sostengono“.
Colpiti, affondati.
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