Se capitate al Teatro Arcimboldi di Milano, e dovete andare alla toilet, è il momento giusto.
Il noto teatro milanese ha dato vita al progetto Un Bagno di Folla, in collaborazione con Giulia Pellegrino e COLLETTIVO INVƎRSO, che rinnova completamente i bagni del foyer unendo in in uno spazio variopinto arte, cultura, e design.
Un lavoro che non si ferma al semplice piacere estetico, ma con una forte valenza sociale che guarda alla tutela di ogni persona, fuori e dentro la sala: arredati con accessori di alta qualità e con un occhio di riguardo all’impatto ambientale (come miscelatori a risparmio idrico, luci led, cassette per wc a basso consumo e dispenser di sapone ricaricabili), TAM Arcimboldi inaugura il primo bagno “genderless” dell’ambiente teatrale italiano, accogliendo ogni persona indipendentemente dall’identità di genere, senza distinzioni binarie di alcun tipo.
È l’inizio di un cambiamento, come dice Pellegrino sottolineando che il teatro “ascolta le voci dei propri utenti e ne registra le necessità”.
“Quando possibile cerca di andare incontro alle richieste e a modificare quello che il pubblico ritiene inefficace o anacronistico; in questo caso specifico il pubblico è quello universale che, a gran voce, chiede un adeguamento dei costumi” dichiara la società è cambiata, esigenze di singoli e famiglie sono cambiate” riporta Pellegrino.
L’obiettivo di COLLETTIVO INVƎRSO – laboratorio artistico fondato dagli architetti e designer Maurizio Di Mauro ed Elena Reggiani e il grafico Paolo Tegoni – è creare uno spazio dove tutto il pubblico possa sentirsi a proprio agio. Gli stessi colori del bagno riflettono un caleidoscopio di emozioni dell’esperienza umana, nella possibilità di renderla più inclusiva possibile per ogni soggettività.
Non solo: il teatro ha aumentato il numero di servizi a disposizione, con ben 47 unità, progettate per adattarsi alla percentuale di uomini, donne, e persone non binarie presenti in sala, offrendo a tutt3 un’esperienza non solo confortevole, ma anche più rapida.
Come specifica LAUFEN, tra i principali sostenitori del progetto, le scritte sui soffitti del bagno richiamano concetti come “altro”, “estraneo”, “differente”, abbracciando la diversità del pubblico che finalmente può permettersi di godersi lo spettacolo, senza preoccuparsi di quale bagno usare.
“In teatro dall’ultima fila si sente il sussurro di chi è in scena, potevamo non sentire questo grido?” ribadisce Pellegrino, dicendo: “Da qui la decisione di non indicare il genere in uno dei nuovi bagni e di renderlo aperto a tutti gli utenti che lo desiderino“.
Tutte le foto di Luca Privitera.