Le parole di Papa Francesco in favore delle unioni civili, rilasciate nel corso di un documentario presentato la scorsa settimana alla Festa del Cinema di Roma, hanno letteralmente fatto il giro del mondo. Per quanto da molti criticate e minimizzate, persino all’interno della comunità LGBT che non ha mai dimenticato quanto di contraddittorio detto dal Pontefice in passato, quelle parole hanno fatto breccia in Paesi dove i diritti delle persone LGBT sono ancora inaccettabili.
In Venezuela, ad esempio, dove ad oggi non esiste alcun riconoscimento legale per le coppie omosessuali. Nicolas Maduro, presidente venezuelano dal 2013, ha pubblicamente esortato l’Assemblea nazionale a prendere in considerazione l’approvazione di una legge sull’uguaglianza matrimoniale nel mese di gennaio del 2021. Il 57enne Maduro ha citato proprio le parole del Papa come spinta decisiva verso questo possibile intervento parlamentare.
“Ho amici e conoscenti che sono molto contenti di quanto ha detto il Papa”, ha affermato Maduro, come riportato da Reuters. “Lascerò questo compito, il compito del matrimonio LGBT, alla prossima Assemblea nazionale”.
Le elezioni parlamentari sono previste in Venezuela nel mese di dicembre. La coalizione del partito di opposizione, che attualmente detiene la quota maggiore dei seggi, ha già promesso di voler boicottare il voto, sostenendo che Maduro lo manipolerà in suo favore. Un regime, quello del presidente, che ormai prosegue da tempo. Attualmente, la comunità LGBTQ + in Venezuela ha pochissimi diritti e protezioni su scala nazionale. Un emendamento costituzionale approvato nel 1999 definisce il matrimonio come “tra un uomo e una donna”, e anche alle coppie dello stesso sesso è vietato adottare bambini. La terapia di conversione rimane legale e le leggi sulla discriminazione sul lavoro riguardano solo l’orientamento sessuale, e non l’identità di genere.
Se il Venezuela legalizzasse il matrimonio egualitario, sarebbe il sesto Paese in Sud America a farlo, dopo Argentina, Brasile, Colombia, Ecuador e Uruguay.
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