Caro Leo,
sono un ragazzo di 22 anni e da 2 vivo una storia d’amore con un ragazzo più o meno mio coetaneo. Ho un problema legato all’ambito sessuale: ti sembrerà assurdo, ma in tutto questo tempo non ho quasi mai avuto un rapporto completo (con me attivo) col mio ragazzo perché al momento della penetrazione perdo inesorabilmente l’erezione.
L’attrazione fisica non manca, forse per me è una sorta di ansia per qualcosa che non ho mai fatto. Ma ormai la cosa mi rende un po’ frustrato perché so che anche lui desidera un rapporto completo che non riesco ancora a dargli, pur volendolo anche io. Ho provato a parlarne con lui, ma senza successo, poiché lui riesce ad interpretarlo solo come mancanza di attrazione fisica nei suoi confronti ma io so che non è così. Ti chiedo, quindi, un consiglio e possibilmente un rimedio, considerando che non intendo percorrere di nuovo la strada del dialogo col mio ragazzo. Penso che la risposta giusta possa venire solo da esperti come voi.
Mille grazie, vi sono grato per la risposta!
Simple
Caro Simple,
la tua domanda è un po’ confusa e questo mi rende difficile risponderti. Da un lato dici che non hai “quasi mai” praticato una penetrazione ma dopo ne parli come di un “qualcosa che non ho mai fatto”.
E’ una differenza importante perché se in alcune occasioni sei riuscito a penetrare il tuo compagno (o anche un altro partner) possiamo già escludere un problema fisico. Se invece i problemi nascono solo con il tuo ragazzo bisogna pensare ad un problema relazionale (cioè tra te e lui), se ci sono con tutti bisogna ipotizzare un problema psicologico (cioè un problema solo tuo). Penso che per prima cosa dovresti chiederti se penetrare qualcuno è proprio ciò che tu desideri davvero: guarda che non devi dimostrare niente a nessuno (neanche al tuo ragazzo!). Tu stesso riconosci che sei attratto da lui ma penetrarlo ti suscita ansia (infatti si chiama proprio così: ansia da prestazione). Ma chi ha detto che la tua attrazione debba per forza esprimersi con una penetrazione ? Esistono (per fortuna!) molti altri modi per far sentire il nostro desiderio all’altro. Le parole che noi usiamo per descrivere le pratiche sessuali non sono neutre (tanto per cominciare le hanno inventate dei maschi etero!) e spesso ci portano fuori strada. Definire un rapporto “completo” solo se c’è la penetrazione non ti sembra un po’ riduttivo? Usare l’espressione “attivo” e “passivo” rimanda ad una scala gerarchica: chi è sopra e chi è sotto (infatti in inglese si dice proprio così: top e bottom), ma chi ha stabilito che è così ? Ricordo sempre un Professore universitario fiorentino che preferiva sostituire l’espressione “attivo/passivo” con un geniale “concavo/convesso”!! Non riesco a proporti un rimedio ma certamente mi sento di darti un consiglio: non pensare che è inutile parlare ancora di questa faccenda con il tuo compagno! Anzi è solo parlandone ancora che riuscirete a capire con maggiore precisione i vostri desideri e le vostre reciproche aspettative. Non cercare “un rimedio” come se fosse un problema idraulico, cerca invece di fare chiarezza dentro di te ed insieme al tuo compagno.
Ciao!
Francesco Allegrini
di Francesco Allegrini
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