X Factor 2023 è iniziato ieri, 14 settembre su Sky Uno e in streaming su NOW con Morgan nuovamente nella giuria dopo le varie peripezie omobitransfobiche (ma questa puntata era stata registra già da molto prima il cataclisma), insieme ad Ambra Angiolini, Fedez e D’Argen D’Amico, con Francesca Michielin alla conduzione.
Qui non diamo voti ai giudici per riempire giornali, vorrei soltanto dire che “io mi sento Francesca“: le espressioni contenute eppure piene di tutto di Michielin valgono la serata, per favore vogliamo darle un Sanremo da condurre?
Ora atteniamoci alla gara. Si trattava in verità dei primi casting, la grande scrematura iniziale (che fatica), ma vale la pena segnalare alcuni highlights sul fronte artisti (o candidati tali):
- è già nostra idolə totale la diciottenne Asia Leva, in arte Groan, che ha portato una personalissima e convincente versione di ‘I Like It’ di Cardi B, si è mangiata il palco, ha inchiodato chiunque davanti alla tv con voce, ritmo, energia, personalità e
- molto bene Matteo Pierotti con la sua cover di “Io non piango” di Califano, ci ha fattə commuovere per intensità, nonostante, come notato da Dargen, si sia attenuto alla versione originale dell’immenso Franco
- toccante, intensa, Angelica Bove con la sua versione de “La notte” di Elisa, esibizione davanti alla quale Morgan ha detto È la prima volta che mi piace questo brano” (sarà felice Elisa), mentre Ambra ha rilasciato una perla di vita vissuta con cuore, testa ed empatia: “è il posto più comodo dove stare – ha detto Angiolini -. Mi sono accordata con il suo dolore”
- funziona un certo figlioletto di Blanco, un ragazzo di nome Matteo Martire, che ha cantato da dio il suo inedito ‘Lacrime sugli occhi’ (bellina) che pare scritto da Riccardo Fabbriconi e Michelangelo, ma vabbè: comunque, ripeto, il wannabeneoblanchito funziona
- non so, non saprei, forse sì, vediamo per i Collettivo, promossi a pieni voti dai giudici: Oreste, Quello, Zzama e Lele (questi i nomi dei 4 scaprestrati, simpaticissimi e pieni di energia) portano un pezzo ultra-contemporaneo (già sentito), inedito, che ha il pregio di strofe e testi di strafottente urbanità, titolo migliore della serata: ‘Sottone dannato’ (e quindi adoro).
- 4 sì pieni di speranza per lo scugnizzo Andrea Settembre, 21 anni, che promette assai sia in termini di interpretazione, sia di gusto personale, ha cantato ‘Me Staje Appennenn’ Amò’ di Liberato e si capisce già che andrà lontano
- abbiamo visto poco, forse perché la produzione ha cercato per ora di nasconderceli, dell’esibizione degli Spaziocalmo, che hanno portato ‘Summer On a Solitary Beach’ di Franco Battiato: sono sembrati comunque eccitanti e parecchio
- dove andrà, non si sa, ma intanto qua sta Filippo Ferro, che ha sfidato una canzone tempio della musica, ‘Glory Box’ dei Portishead (coraggio!) ed è stato premiato dai giudici. Morgan ha detto di averlo visto fluido sotto vari punti di vista. Musicalmente lo è di certo e questo ci piace assai. Vai Filippo.
- Pasquale Arpaia, in arte Pasq, dopo una patetica scenetta di Morgan sul papillon, riceve quattro sì cantando nientepocodimencoché Mount Everest di Labrinth (ché tu dici: auguri!). E invece, il ragazzetto baffuto merita, sfida la camera con sguardo freddiemercuryano, sebbene esageri col falsetto, certamente pazzesco, certamente persino un po’ mengoniano (ho visto Morgan tremare), ma… ma… ma… beh… Ambra ha detto che questa cosa ha reso l’esibizione un po’ piatta, mentre Fedez ha apprezzato il fatto che il ragazzo abbia sciorinato il suo talento vocale. Vedremo se Pasq sa fare anche altro, oltre a disintegrare lo schermo con il suo carisma.
- la giustezza degli Animaux Formidable? Si presentano un po’ fetish, sono marito e moglie, indossano maschere in lattice da gattacci sensualissimi e sfoderano un inedito succosissimo e sfaccettato, dal purtroppo-prevedibile titolo di “We Are All Animals” (vabbè). Suonano batteria (moglie) e chitarra (marito), per il resto la sola voce di lui filtratissima da voice coder acido (ma fatto bene): mi sono chiesta se non sia il caso di togliere di mezzo questa mascherata dei gatti, ché forse obnubila qualcosa di interessante che freme sotto il lattice.
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