“Sky Italia e Fremantle Italia hanno deciso, di comune accordo, di interrompere il rapporto di collaborazione con Morgan e la sua presenza a X Factor come giudice”.
Il terremoto satelitare si è abbattuto questa mattina sui social, con un comunicato ufficiale che ha annunciato quanto si vociferava da giorni. Morgan è stato cacciato da X Factor, di nuovo. Lo stesso Morgan che solo pochi mesi fa era stato ‘salvato’ da Sky Italia e Fremantle Italia dinanzi ai deliri di Selinunte.
Nel corso di un concerto dedicato a Battiato l’ex Bluevertigo perse la testa, urlando “Fr*cio di m*rda” ad uno spettatore. Immancabili le polemiche, con il diretto interessato che provò prima a difendersi sostenendo di essere omosessuale (“quindi non posso essere omofobo”), per poi devolvere la metà del suo cachet di X Factor a casa di accoglienza LGBTQIA+, chiedendo “scuse sincere”. Da parte di Sky Italia e Fremantle Italia non una parola fino al giorno della conferenza stampa di presentazione di X Factor, il 12 settembre scorso. “Abbiamo valutato le scuse e accettato l’iniziativa di devolvere parte del cachet a un’associazione che rappresenta valori di inclusione che per Sky sono molto importanti“. “Morgan non è mai stato omofobo e si è sempre speso per ideali di inclusione”, precisò Antonella D’Errico di Sky. Sorrisi tirati, abbracci, strette di mano, tarallucci e vino.
Due mesi dopo, al 4° live della 17esima edizione di X Factor, è successo il patatrac. Perché Morgan ha semplicemente fatto IL Morgan, ovvero il personaggio che tutti da tempo conoscono. Il “cavallo pazzo”, lo spirito libero, colui che non è tendenzialmente gestibile, che può dire e fare qualunque cosa, abilità probabilmente risultata decisiva, mesi e mesi or sono, quando Sky Italia e Fremantle Italia hanno ben pensato di riportarlo all’ovile, dopo anni di polemiche e parole al vetriolo da parte del diretto interessato. Perché X Factor è un talent logoro, uno show morto che cammina, che non fa più rumore, che non riempie più i giornali, che non sforna più cantanti da classifica da anni, che zoppica sul fronte Auditel. E allora chi chiamare se non Morgan, talento più unico che raro nel fare notizia, nel creare notizie, nel suscitare dibattito, dividere, aizzare liti e far volare stracci con gli altri giudici?
Quando tutto questo è successo, ovvero giovedì scorso, qualcuno si deve essere evidentemente risentito. Facile immaginare gli stessi colleghi giudici, da lui tutti duramente presi di petto, se non la stessa Francesca Michielin, da Morgan derisa in diretta, consigliandole di andare dietro le quinte dove ad aspettarla avrebbe trovato il defunto Ivan Graziani, dalla stessa co-conduttrice sette giorni prima resuscitato grazie ad una gaffe rapidamente diventata virale.
Fatto sta che Sky Italia e Fremantle Italia hanno oggi ufficializzato la loro valutazione definitiva nei confronti di Morgan “a seguito di ripetuti comportamenti incompatibili e inappropriati, tenuti anche nei confronti della produzione e durante le esibizioni dei concorrenti, e delle numerose dichiarazioni susseguitesi anche in questi giorni. È imprescindibile che i concorrenti e il loro percorso restino al centro del programma. La musica e il talento sono sempre stati e devono continuare a essere il motore fondamentale di X Factor, ed è prioritario che tutto si svolga in un ambiente di lavoro professionale e che il confronto, per quanto acceso, si esprima sempre nel rispetto reciproco. La decisione è presa in considerazione dei valori di cui Sky, Fremantle e X Factor sono portatori, nel rispetto tutte le persone coinvolte e del pubblico, e avrà effetto immediato“, si legge nel comunicato stampa uscito questa mattina.
Parole ferme, tanto inevitabili visto quanto accaduto giovedì scorso quanto prevedibili, considerando il personaggio interessato. Perché Morgan è questo. Stiamo parlando di un cantante che è riuscito a farsi squalificare dal Festival di Sanremo per aver completamente modificato il testo del proprio brano in gara solo e soltanto per insultare il suo collega di palco. In diretta mondiale, davanti a milioni di italiani. Morgan era Morgan anche 10 anni or sono, quando salutò X Factor dopo aver vinto ben 5 edizioni su 7, plasmando cantanti come Noemi, Marco Mengoni, Chiara Galiazzo, Romina Falconi e Michele Bravi, per poi rilasciare interviste su interviste al vetriolo nei confronti di X Factor.
Sky Italia e Fremantle Italia hanno sbagliato nel volersi riaffidare a lui, pur conoscendo l’ingestibilità del personaggio, soprattutto in diretta tv, e il conseguente rischio a cui sarebbero andati incontro.
Sky Italia e Fremantle Italia hanno sbagliato nel non troncare immediatamente il rapporto con Morgan dopo la sfuriata omofoba di questa estate, ancor più inaccettabile al cospetto di un programma che si è sempre fatto vanto della propria inclusività, tanto dall’aver cancellato le categorie uomo/donna negli ultimi due anni. Nel 2018, come dimenticarlo, la giudice Asia Argento venne cacciata da X Factor “per tutelare i concorrenti” a seguito delle accusa di molestie da parte di Jimmy Bennett, poi rivelatesi fasulle.
Sky Italia e Fremantle Italia sbagliano ora nel cacciarlo a tre puntate dalla fine di questa tendenzialmente inutile edizione pensando di poter cadere dal pero, sbalordendosi indignati perché Morgan, incredibile ma vero, ha fatto Morgan, con il diretto interessato che potrà ora tornare ad indossare felicemente gli abiti della vittima sacrificale, della censura ai propri danni, dell’imbavagliato da chissà quale potere occulto. Tutto già visto, perché Castoldi è l’artista a cui lo showbusiness italico ha concesso più chances di redenzione di tutti.
Puntualmente Morgan esagera, sbaglia, crea polemiche, indignazione, attacca, rilancia, fa mea culpa e ritrova un altro spazio tv, l’ennesimo. Per poi ricominciare dall’inizio, come se stessimo in Groundhog Day e lui fosse Bill Murray. Nel 2017, forse qualcuno se l’è dimenticato, indossò per solo 4 puntate il ruolo di direttore artistico al serale della sedicesima edizione di Amici di Maria De Filippi, che stufa di lui annunciò tramite comunicato stampa la sua esclusione dal programma per dissapori interni. Sei anni dopo quella cacciata, con annessa querela da parte di Mediaset a seguito di non poche interviste sferzanti da parte di Morgan, siamo ancora qui, a parlar di lui e dell’insostenibile ipocrisia e del doppiopesismo di chi 10 anni fa l’aveva cacciato perché “cavallo pazzo”, 4 mesi fa l’ha richiamato perché “cavallo pazzo” e ora l’ha cacciato perché “cavallo pazzo”, dopo averlo salvato dalle accuse di omofobia con un buffetto sulle mani e un “volemose bene”.
In attesa che qualcuno altro, tra qualche mese, e magari nella Rai a trazione meloniana a cui da tempo il Castoldi strizza l’occhio, ricada nel tranello Morgan, ambita attrazione polemica fino a quando, puntualmente, non tracima.