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Non possiamo più stare a guardare. Non si può più aspettare. Ci troviamo in un limbo grave e paradossale nel quale, se pure la legge sulle unioni civili è in vigore dal 5 giugno e dovrebbe essere applicata, stando al comma 35 della stessa, i comuni non hanno ancora ricevuto le istruzioni pratiche (il cosiddetto decreto ponte) per celebrarle. Questo fa sì che i sindaci più retrogradi si permettano di rifiutarsi di accogliere le prime prenotazioni, di fatto violando una legge in vigore. Per questo dobbiamo mobilitarci: ecco le parole di Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti, che ci invita a recarci nelle sedi istituzionali di appartenenza e pretendere un nostro diritto, quello dell’applicazione subitanea della legge.
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Margherita ha 53 anni, una compagna da 25 anni e un tumore allo stadio terminale. Dario Guarise ha 73 anni, un compagno da 38 e anche lui è malato (> qui per leggere la sua storia). Entrambi chiedono di accelerare l’iter di applicazione della legge Cirinnà.
“Margherita e Dario hanno dato voce alle tante coppie dello stesso sesso nella medesima situazione e li ringraziamo per questo. Ma i sindaci italiani cosa aspettano?“, si chiede Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti.
E’ chiarissimo il comma 35 della legge: “Le disposizioni di cui ai commi da 1 a 34 [ ovvero quelle relative alle unioni civili ] acquistano efficacia a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge“.
“Ai sensi del comma 35 quindi, le disposizioni sulle unioni civili acquistano efficacia a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge. I comuni quindi devono, non solo possono, procedere da subito a registrare queste unioni“, continua il segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti. Dato per scontato che il Governo e le istituzioni preposte devono fare tutto il possibile e in fretta perché questi decreti escano (e ricordiamo non solo quello per la fase transitoria che doveva uscire il 5 luglio, > qui per leggerne un estratto <, ma anche gli altri che devono uscire entro sei mesi dalla entrata in vigore della Legge, quindi entro dicembre 2016) i Comuni devono, non possono, procedere da subito a queste registrazioni perché i benefici previsti dalla Legge possono decorrere solo dal momento dell’avvenuta registrazione. Si inventino una qualche forma di registrazione transitoria, in attesa dei Decreti, ma avevano tutto il tempo per pensarci ed organizzarsi prima.
“I sindaci italiani possono fare qualcosa per dare a Margherita e alla sua compagna, come a Dario e al suo compagno, ciò che spetta loro: devono semplicemente rispettare la legge e registrare subito le unioni civili. Le coppie dello stesso sesso, comprese quelle sposate o unite civilmente all’estero non aspettino altro, preparino subito i documenti, seguendo le nostre indicazioni, e vadano in Comune. Non vi possono dire di no”, conclude Guaiana.