Sono ancora tutte belle le mamme del mondo? Se leggiamo l’ultima fatica del geniaccio letterario di Aldo Busi,
Come se dicesse finora ho scherzato, si addentra nell’analisi spietata del suo rapporto col la madre, la sua, quella vera, Maria Bonora in Busi. E ne sviscera tutte le crudeltà, ribadendo il suo sacrificio-dovere di figlio nella scelta di rimanerle accanto, come forma di omaggio a tutte le donne “alienate dal diritto di avere una vita tutta loro”.
“Il mio rapporto con mia madre – scrive Busi – è fatto, da sempre, non di vicinanza progressiva ma di irreversibile allontanamento: mia madre non sa niente di me e non vuole sapere niente”. E sottolinea come al sua solitudine di intellettuale, politica o sociale, non scalfisca le dure madri che stanno al fianco dei figli senza sapere “che è dura vivere senza amici e senza amanti e senza animali”, pronte a riconoscere i risultati concreti dei figli ma assolutamente crudeli quando il futuro è incerto e il presente è una frana: “Diceva che ero un lazzarone che perdeva tempo a leggere e scrivere invece di andare in fabbrica a lavorare…”
Il rapporto con la madre può dunque essere all’insegna della falsità più dichiarata, altro che mamma del Mulino Bianco. “Quello che le ho detto di me, del mondo, della politica, del mio lavoro e della mia vita e, talvolta, di ciò che avrei desiderato (anche da lei) – continua Busi – le è entrato da un orecchio e le è uscito dall’altro…Mia madre non sa nemmeno che è probabile che non mi sia ancora suicidato perché non voglio darle né un dispiacere in più né un sollievo in meno, e perché mi sono giurato che finché c’è lei, io starò al suo fianco, come un soldato”. Vuoi vedere che la mamma perfetta alla fine è proprio lui, Aldo Busi?
di Demetrio Fury
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