Aumentano le testimonianze di quanto avvenuto in Cecenia, dove su ordine del governo locale almeno un centinaio di uomini sospettati di essere gay è stato arrestato e torturato. Alcuni di loro anche uccisi.
Un uomo di nome Anzor ha raccontato alla Reuters di essere stato fermato dalla polizia mentre si recava in auto verso Grozny, la capitale cecena, con alcuni amici: “La polizia ha chiesto ad uno di noi se fosse frocio, insospettita dai gioielli e dai bracciali che portava. Siamo stati picchiati e mi hanno chiesto di attaccarmi degli elettrodi alle dita dei piedi. Poi mi hanno fatto l’elettroshock”.
Per l’agenzia di stampa le testimonianze non possono essere confermate in modo indipendente, ma corrispondono ad altri racconti di uomini gay seviziati dalle forze di sicurezza cecene.
Un secondo uomo, Ramzan, ha dichiarato di essere stato detenuto dalla polizia per ottenere informazioni su altri contatti omosessuali. Dopo essersi rifiutato, è stato picchiato e riconsegnato alla sua famiglia, in cui uno degli zii è un agente delle forze dell’ordine.
“Mi hanno incatenato al termosifone in una casa di campagna per decidere come sbarazzarsi di me. Per la mia famiglia era una vergogna troppo grande. Sono riuscito a scappare grazie all’aiuto di mia sorella”.
Secondo Nikita Safronov, attivista LGBT russo, almeno 40 uomini gay sono stati evacuati finora dalla Cecenia.
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