Non si chiama "Pride", ma potrebbe benissimo esserlo. E’ una manifestazione il cui slogan è "Liberi tutti, libere tutte", è organizzata dal dall’Associazione Arc e anche la scelta della data non è casuale: a metà tra la Giornata Internazionale contro l’Omofobia e il mese in cui si svolgono solitamente i Pride. Ma l’idea degli organizzatori è quella di affrontare il tema, oltre che dell’omofobia, anche del razzismo e di tutte le discriminazioni "per il diritto all’autodeterminazione sul corpo e nelle scelte di vita".
"Che si tratti di violenza contro i gay, o contro le donne o dell’impossibilità di scegliere come e quando porre fine alla propria vita con un testamento biologico – continua Massimo – il tema di fondo non cambia. Per questo abbiamo cercato di puntare il più possibile sui contenuti politici di questa manifestazione". Continua l’appello: "una manifestazione contro l’attacco ai diritti fondamentali di donne e uomini: dal testamento biologico alla legge 40, dal pacchetto sicurezza alla Bossi-Fini, dall’omofobia ai Pacs. Diritti di cittadinanza per tutte e tutti come punto di partenza per una reale lotta a tutti i razzismi, alla violenza e all’odio sociale."
E il fatto che a promuovere il corteo di Sassari siano per prime le associazioni lgbt ha destato l’interesse di un gruppo di giovani cattolici di un paese della provincia che ha subito lanciato il proprio anatema, dicendosi "sdegnata" perché la manifestazione è stata autorizzata. Si legge nel comunicato di Gioventù Cristiana: "Il movimento giovanile cattolico Gioventù Cristiana si oppone sdegnato alla grave decisione di concedere al Movimento Omosessuale Sardo l’autorizzazione per manifestare a Sassari in favore della pratica omosessuale. In un periodo in cui la famiglia naturale è messa sempre più sotto attacco con famiglie separate e divorziate di cui a farne le spese sono sempre ed esclusivamente i figli, ci chiediamo se sia effettivamente il caso di effettuare manifestazioni di questo tipo".
Ma si spingono anche oltre gli utenti del sito ufficiale dell’associazione tra i quali uno arriva a commentare: "a Piazza Tian’anmen un giovane fermò i carri armati; io posso tranquillamente fermare i carri osceni…". E poi ancora: "E propio nel vero senso della parola uno schifo… bisogna diffendere con le unghie e con i denti i veri valori, non quelli che nascono nelle persone affete da problemi ormonali dalla nascita..che diritti e libertà vogliono??" Un copione, purtroppo, già visto che conferma, appunto, la necessità di parlare di omofobia e discriminazione.
Per tutti coloro che si trovano a Sassari e in Sardegna, comunque, l’appuntamento è per il 30 maggio alle 17 in piazza Santa Maria.
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