Renzo Rubino: “Torno a Sanremo dopo un periodo molto difficile!”

"Non mi interessa l’idea dell’apparizione sanremese tanto per, ma quello che voglio di più in assoluto è comunicare e portare un po' di luce su certi silenzi..."

Renzo Rubino
6 min. di lettura

È proprio il caso di dirlo: per Renzo Rubino, non c’è due senza tre. Dopo un primo Sanremo nel 2013, tra i giovani, con il brano ‘Il postino (amami uomo)’ arrivato secondo, e un terzo posto l’anno successivo, tra i big, con Ora’, il cantautore tarantino tenta il colpaccio sul palco dell’Ariston con Custodire’ un brano scritto da lui e prodotto da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro.

Il brano è stato scritto in una notte di settembre. Ho raccontato la mancanza di dialogo tra i miei genitori e ho voluto far luce, a mio modo, su quello che generano le separazioni” mi racconta un emozionato Renzo e aggiunge “mai come stavolta non m’importa niente dello stare sotto i riflettori. Quello che voglio, dopo un periodo pieno di momenti di sconforto e paure, è solo comunicare e arrivare al cuore delle persone”. E in attesa di vederlo alla sessantottesima edizione del Festival di Sanremo, questo poeta della musica italiana parla delle aspettative, del periodo nero finalmente passato, del duetto che farà nella serata del venerdì con Serena Rossi e di quelle polemiche, sollevate da Rolling Stone Italia, su tutti quei cantanti gay che cantano l’amore etero.

A Sanremo per la terza volta…

Eh già, è la mia terza volta dopo una pausa, fortemente voluta, che mi aveva allontanato dalla musica. Ero stanco, demotivato e lasciando Roma per tornare a vivere come un contadino a Martina Franca, ho ritrovato la forza di ricominciare a scrivere di nuovo. La musica è una cosa bellissima, ma che richiede tantissime energie se fatta e concepita in un certo modo.

Renzo Rubino
Renzo Rubino davanti all’Ariston di Sanremo.

Almeno questa paura è servita a qualcosa, non trovi?

Assolutamente! Ne avevo davvero bisogno. Necessitavo di trovare di nuovo i miei spazi e per farlo avevo bisogno della semplicità. Mi sono dedicato all’orto, ma anche a tantissime altre cose che oggi sono diventate davvero fondamentali per me. 

E stavolta con che spirito salirai su quel palco?

Mai come quest’anno posso dire di essere carico di energia positiva. Non mi interessa l’idea dell’apparizione sanremese tanto per, ma quello che voglio di più in assoluto è comunicare. Durante la pausa ho trovato la forza di guardarmi dentro e di reagire anche ai vari momenti di sconforto.

Ce ne sono stati tanti?

Non saprei quantificarli, ma ho avuto tanta paura. Ho avuto paura di non poter più fare questo mestiere. Una paura dettata dalle aspettative, ma anche dalla poca ispirazione che ho avuto in un certo periodo della mia vita. Oggi il mondo della musica è molto più veloce. Escono singoli su singoli, con una rapidità mai vista prima mentre io, al contrario, ho sempre bisogno dei miei tempi. Voglio essere sempre sicuro al 100% prima di far uscire un qualcosa di mio. Non voglio sembrare un pensionato, ma questa volta sono certo che il brano che porterò in gara sarà più che giusto per me.

Renzo Rubino

Custodire’ sembra essere una delle canzoni preferite dalla critica. Che effetto fa partire con così tante aspettative sulle spalle?

La verità? Le vivo con estrema leggerezza. 

Il brano è stato scritto da te e racconta di due genitori che tornano a parlarsi dopo tanto tempo. Da dove nasce la voglia di raccontare la fine di un silenzio?

Custodire è una canzone che parte dal profondo, da una mia mancanza vera e propria ed è tutto quello che vorrei che i miei genitori si dicessero, da soli, chiusi in una stanza. L’ho scritta in una notte di settembre pensando proprio a loro due. Guardandomi in giro mi accorgo che se ne parla sempre troppo poco di questi strani ed assurdi silenzi. Le separazioni sono all’ordine del giorno e volevo portare un po’ di luce su tutto quello che portano, lasciano e generano queste divisioni familiari. 

Mi verrebbe da chiederti come hanno reagito i tuoi genitori all’idea di questo brano…

L’hanno appreso dai giornali. Mi fanno entrambi delle domande su quello che ho scritto e non oso pensare a quello che potrà generare ‘Custodire’ a livello familiare, ma tanto sarò a Sanremo e quindi non vedrò, ne sentirò niente. (ride, ndr)

Canzone scritta da te, ma prodotta da Giuliano Sangiorgi…

Esattamente. Giuliano è una persona fantastica, oltre che un artista ineguagliabile. A canzone finita avevo troppa voglia di trovare un sound diverso. Avevo voglia di lasciare del mio, ma di mescolarlo a qualcosa che non era propriamente il mio terreno e grazie a lui ci sono riuscito. Quando lo chiamai gli chiesi sfacciatamente se avesse avuto voglia di produrre il mio pezzo. Temevo una risposta negativa, visto che da lì a poco sarebbe uscito il suo ultimo lavoro e invece lui non si tirò indietro. Mi chiese di ascoltarlo e in pochissimo tempo arrivò il suo ‘sì’. Giuliano ha avuto un gesto d’amore nei miei confronti non indifferente.

Come scusa?

Aveva tanti impegni, è una superstar e non si è minimamente preoccupato del discorso delle vendite e di tutti gli interessi possibili che possono esserci dietro una produzione. Chi altro lo farebbe?

Renzo Rubino

A Sanremo, nella serata del venerdì, duetterai con Serena Rossi. Ci resti male se ti dico che è un binomio piuttosto strano?

No, affatto. È vero, è un’accoppiata insolita, ma sarà una sorpresa per tutti. Serena è una ragazza piena di talento e qualsiasi cosa tocca, un po’ come Mida, diventa oro. Pensa che ha capito perfettamente la genesi della canzone sin dal primo ascolto. Quando le mandai il pezzo era piena d’impegni, tra Tv e Cinema, e non ero così certo della sua disponibilità. Invece, appena ha avuto la possibilità di ascoltare il brano, si è commossa e abbiamo iniziato subito a lavorarci assieme. 

Hai avuto modo di sentire le altre canzoni in gara?

Qualcosina durante le prove, ma talmente tanto poco che non posso dare giudizi.

Dei giovani, visto che le canzoni sono state già presentate, c’è qualcuno che ti ha conquistato?

Mi piace molto Mudimbi e la poesia di Mirkoeilcane. 

In molti temono che questo sia un Sanremo un po’ troppo snob e meno nazional popolare. Lo pensi anche tu?

Non conosco i meccanismi televisivi e tutte le sue strane logiche. Sanremo è un qualcosa che guardano un po’ tutti e non lo definirei affatto snob. Parlerei, piuttosto, di un scelta molto coraggiosa da parte di Claudio. Ha portato la musica al primo posto e spero davvero che questo suo coraggio venga premiato. E poi, detto tra noi, ci sono anche diversi elementi nazional popolari. Vedi la Vanoni, Facchinetti, Fogli, Ruggeri e poi i The Kolors, Annalisa.

Che poi tu sei più pop o più snob?

Io non sono snob e neanche voglio esserlo, anzi. Ti dirò di più: oggi ritengo di essere davvero molto pop. So per certo di essere molto categorico su certe scelte, musicalmente parlando, ma a me piacciono tantissimo anche Lady Gaga e Sia. Non ascolto solo Capossela. 

renzo rubino

A te associano sempre aggettivi come elegante, raffinato e naif, ma tu ti ci senti davvero o pensi di essere tutt’altro?

Mi fa sorridere. Amo l’eleganza e le cose fatte in un certo modo, è vero, ma adoro anche il trash. 

Nel 2013, sempre sul palco dell’Ariston, hai cantato ‘Il postino (amami uomo)’. Quel brano, a distanza di cinque anni, ha generato più consensi o più critiche?

Consensi, assolutamente. È una canzone che non mi stancherò mai di cantare e la cosa che più mi sorprende è che duranti i miei live, la cantano anche i bambini.



Rolling Stone Italia ha creato un caso mediatico per un articolo dove si invitavano cantanti gay a non cantare più canzoni a tematica etero. Ma la sessualità è davvero così fondamentale anche nella musica?

Tiziano Ferro, ad esempio, può e deve cantare tutto quello che vuole. Può cantare se stesso, ma anche storie degli altri. La musica è libertà. E la libertà dovrebbe esserci sempre, perché tutte queste categorizzazioni, come la canzone gay o quella etero, creano solo ulteriori ed inutili differenze.

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