Niente temi LGBT per gli studenti sotto gli 11 anni: la circolare di una scuola privata di Milano scatena polemiche

Si tratta della St. Louis School, istituto internazionale bilingue scelto da VIP e influencer

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Scuola privata Milano Gay.it
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Negli anni gli istituti scolastici privati hanno proliferato, soprattutto nelle grandi città. Scuole private italiane o appartenenti a circuiti internazionali bilingue che offrono servizi esclusivi e, solitamente, sono scelti da famiglie altolocate o VIP per i propri figli. Milano ne è piena e una di queste è la St. Louis School, presente nel capoluogo lombardo con ben tre sedi.

La prerogativa di una scuola privata è quella di offrire un’educazione esclusiva e completa che, almeno sulla carta, dovrebbe superare quella degli istituti statali. Dovrebbe, perché invece la St. Louis si è trovata negli scorsi giorni al centro di una polemica per una circolare inviata agli istituti milanesi da Inspired, la società a capo della scuola internazionale. Le linee guida indicate nel documento riguardano la trattazione di tematiche LGBTQIA+, una questione che, a quanto pare, è capace di scaldare gli animi non solo al governo per il sistema scolastico nazionale.

Certo, avere a che fare con persone facoltose non troppo abituate a sentirsi dire di no può spingere a modificare le proprie linee guida circa determinati argomenti e, se abbastanza persone lo richiedono, il risultato è che venga stabilito come gli insegnanti non possano trattare temi affini alla comunità LGBTQIA+ con gli studenti al di sotto degli 11 anni, vale a dire nella scuola primaria.

La circolare inoltre stabilisce che sempre per la scuola primaria, nella biblioteca a questa dedicata non possano esserci a catalogo libri che trattano di orientamento sessuale e identità di genere. Ritorna quindi a gamba tesa la questione del gender nelle scuole. Tuttavia, trattandosi di un istituto privato, il tutto assume una connotazione politica molto più di quanto non lo sia già normalmente. L’istituto privato, infatti, è noto per essere scelto da molti VIP e influencer. Che il politicamente corretto valga solo sui social?

Alla circolare inviata agli insegnanti e resa pubblica nelle ore successive hanno risposto alcuni genitori, che si oppongono alle indicazioni contenute nel documento, e associazioni di sindacalisti. In particolare, si è espressa a riguardo Maria Cristina Salerno, sindacalista di Flc-Cgil Milano, che ha commentato: «Queste linee guida su un tema così delicato sono un passo indietro sui diritti civili e gli insegnanti hanno reagito con una forte perplessità, che condividiamo».

«Non capiamo le ragioni di questa comunicazione e soprattutto la messa al bando di libri di testo in una scuola che dovrebbe essere aperta culturalmente, dal respiro internazionale»

Ha destato scalpore anche la giustificazione con cui Inspired ha accompagnato le nuove indicazioni per gli insegnanti. Secondo l’azienda, infatti, le scuole devono essere consapevoli della “particolare cultura e tradizione” del territorio in cui sono attive. Trarre le conclusioni non è difficile: sembra essere più semplice assecondare una certa tendenza politica piuttosto che allinearsi al cambiamento, come già 14 istituti di Milano hanno fatto applicando le carriere alias e attivando i cosiddetti “diversity offices”.

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