“Sono in casa con mio marito”. L’affermazione dev’essere sembrata troppo strana a questi testimoni di Geova che, pensando di aver capito male, hanno chiesto una seconda volta all’uomo che aveva aperto la porta di casa se l’uomo che aveva aperto la porta fosse insieme a sua moglie. Lì è arrivato il chiarimento definitivo: “Non c’è mia moglie, c’è mio marito, siamo una coppia gay”. Troppo anche per loro, evidentemente, che hanno rinunciato all’opera di evangelizzazione e sono andati via scusandosi per il distrubo.
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