The Woman in Me: Britney Spears racconta tutto e ringrazia la comunità LGBTIQA+

Nel suo memoir la principessa del pop rivela la sua versione dei fatti, senza dimenticare gli amici queer.

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unreleased photoshoot by Herb Ritts (2001)
unreleased photoshoot by Herb Ritts (2001)
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The Woman in Me è ovunque.

L’attesissimo memoir di Britney Spears è finalmente disponibile e sta già facendo volare tuttə: dalle dichiarazioni su Justin Timberlake – che l’ha messa incinta per poi farla abortire in quanto non era ancora pronto ad essere padrealla famigerata consevatorship che l’avrebbe ‘infantilizzata’ sin dal 2008, Britney rivela tutto e finalmente  prende il controllo della sua storia.

 

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La principessa del pop non dimentica di menzionare nulla: che sia quell’iconica performance agli Mtv Video Music Awards del 2001, quando è arrivata sul palco avvolta in un boa albino che avrebbe iniziato a sibilarle nell’orecchio durante l’esibizione (“Non pensavo ad altro che a guardare per terra” scrive Spears “Perché sentivo che se l’avessi guardato e avessi incrociato i suoi occhi, mi avrebbe ucciso”) al mental breakdown in mondovisione del 2007, quando si è rasata i capelli a zero e si è difesa dai paparazzi con un ombrello (“Rasarmi la testa era il mio modo di reagire” scrive nel libro).

Se il 2007 era l’anno della sua ribellione, la conservatorship più che proteggerla, l’ha chiusa di nuovo in gabbia: “Dovevo farmi ricrescere i capelli e tornare in forma. Dovevo andare a letto presto e prendere tutte le medicine che mi dicevano di prendere” scrive la popstar, evidenziando il doppio standard: quanti artisti maschi hanno problemi di salute mentale e tossicodipendenza? “Nessuno ha mai provato a prendere controllo sui loro corpi e i loro soldi. Non meritavo che la mia famiglia mi facesse questo“.

Ma nella rinascita di Britney la comunità LGBTQIA+ ha giocato un ruolo essenziale: “I miei amici gay sono sempre stati così protettivi con me, forse perché sapevano che fossi innocente” scrive Spears, parlando di un rapporto mosso “dall’amore incondizionato” e continuo supporto, fuori e dentro il palco. “E penso che molti degli uomini gay intorno a me hanno assunto un ruolo di supporto. Potevo sentirlo anche sul palco al mio fianco. Anche se non era la mia performance migliore, i miei amici mi avrebbero comunque detto “È andata bene”. Quel tipo di amore significa tutto per me”

Britney dichiara che le sue serate preferite le ha passate nei locali gay, dove entrava solo per due secondi e si ritrovava a ballare fino alle sei del mattino: “Una volta in Europa siamo andati a questo locale gay dove sulla pista balla sentivo che fossero tutti più alti di me. Partiva musica elettronica e lo amavo” scrive nel libro “Il mio cuore era così vivo. Era come un momento mistico in Arizona –un’esperienza spirituale insieme a persone che sentivo mi amavano incondizionatamente. Con amici così, non importa quello che dici o fai. Quello è amore vero“.

La popstar parla anche di un’altra serata in Italia, dove rimase ammaliata da delle artiste drag che si esibivano sulle sue canzoni, scrivendo: “Le artiste erano bellissime. Vivevano il momento e potevi vedere che amavano esibirsi. Avevano così tanto cuore e controllo, e lo rispetto molto“.

Nel frattempo, The Woman in Me è già primo nella classifica, diventando il memoir di una popstar più venduto di sempre al solo primo giorno di pubblicazione.

I social impazziscono: dagli estratti dell’audiobook narrato dall’attrice Michelle Williams (che fa anche un’impressionante imitazione di Justin Timberlake) al video dell’audizione di Britney per il film ‘Le Pagine della Nostra Vita’ (parte poi successivamente andata a Rachel McAdams) dove rivela delle doti recitative impressionanti che hanno scioccato chiunque.

Tuttavia, Spears scrive: “Sarebbe stato divertente riconnettermi con Ryan Gosling dopo la nostra esperienza al Mickey Mouse Club. Ma sono sollevata di non averlo fatto”.

Avrebbe preferito unirsi al cast di Chicago – nel 2003 affianco Richard Ghere, Catherine Zeta Jones, e Renée Zellweger – dove avrebbe dovuto interpretare “una donna che uccideva un uomo, e mentre lo faceva, ballava e cantava”. Ma Britney ne parla come un’occasione persa: “Avrei dovuto farlo. Avevo il potere all’epoca; avrei voluto utilizzarlo con più coscienza, avrei voluto essere più ribellle. Se solo fossi stata coraggiosa abbastanza da uscire dalla mia comfort zone, e fare più cose che non fossero solo quello che già conoscevo. Ma ci tenevo a non toccare il fondo, e non lamentarmi anche quando qualcosa mi disturbava”.

Leggi anche: Britney Spears, tra innocenza e ribellione 

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