5 cose che forse non sai su Sant’Ambrogio, il santo di Milano

Come divenne vescovo di Milano? Quali leggende circolano su di lui? Dove si trova il suo corpo?

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3 min. di lettura

Il 7 dicembre per Milano è una giornata di festa. Si celebra infatti Aurelio Ambrogio conosciuto dai più come sant’Ambrogio (Treviri, 339 o 340 – Milano, 397), l’importante vescovo romano, una delle personalità più importanti del Cristianesimo delle origini. È considerato dai cattolici uno dei quattro massimi dottori della Chiesa. Santo patrono della città Milano, città della quale fu vescovo dal 374 fino alla morte, ebbe una vita molto importante e fortemente intrecciata a questa città. Ecco 5 cose notevoli sulla sua figura.

L’ELEZIONE

Ambrogio era nato in Germania, a Treviri, e aveva scelto la carriera di magistrato (il padre era un prefetto romano), a trent’anni infatti era già Console di Milano. Ma il 7 dicembre 374 il suo destinò prese una piega imprevista: alla morte del vescovo Aussenzio di Milano Ambrogio riuscì a garantire l’ordine pubblico, sanando uno scontro tra cattolici e ariani sul diritto di nominare il nuovo vescovo. Durante la pubblica assemblea in chiesa, prese la parola e parlò con saggezza e buon senso, al punto che la folla chiese a gran voce che diventasse lui il nuovo vescovo di Milano. E così fu. Venne battezzato, distribuì i suoi beni ai poveri e si dedicò allo studio della Sacra Scrittura. Diventò uno dei più celebri oratori e predicatori del suo tempo, diffondendo insegnamenti morali e sociali che hanno fatto la storia. Scrisse anche molte opere di carattere teologico. Avversario di eretici (ariani e manichei), pagani e dissidenti, difese strenuamente il primato della Chiesa di Roma, scontrandosi anche con il potere imperiale, che secondo lui doveva essere considerato inferiore a quello più importante della Chiesa.

MILANO E IL RITO AMBROSIANO

Da Ambrogio la Chiesa di Milano ricevette un’impronta fondamentale, che perdura tutt’ora. Lasciò un segno profondo soprattutto sulla liturgia: introdusse molti elementi tratti dalle liturgie orientali, come canti e inni. Le riforme liturgie (che riguardo anche il calendario e alcune festività) costituirono il cosiddetto “rito ambrosiano”, che dura tutt’ora e che differenzia Milano per alcuni aspetti dal modo di organizzare e vivere la vita cristiana di altre zone d’Italia. Ambrogio fece inoltre edificare, tra il 379 e il 386, una basilica dedicata ai martiri vittime delle persecuzioni romane che, alla morte del santo, iniziò a essere chiamata Basilica di Sant’Ambrogio. Venendo più ai giorni nostri, si deve ricordare anche che alla sua figura è ispirato il premio Ambrogino d’oro, che è il nome con cui chiamate le onorificenze conferite dal comune di Milano.

API E CHIODI SPECIALI

Su sant’Ambrogio ci sono numerose leggende. Secondo una di queste, mentre Ambrogio dormiva, neonato, nella sua culla, uno sciame di api si posò sulla sua bocca, entrando e uscendo dal corpo del piccolo. Il padre, impressionato, avrebbe allora decretato: “Se questo mio figliò vivrà, diverrà un grande uomo”. Secondo un altro racconto leggendario, Ambrogio camminando per Milano, avrebbe trovato un fabbro che non riusciva a piegare il morso di un cavallo: in quel morso Ambrogio riconobbe uno dei chiodi con cui era stato crocifisso Gesù. Quel chiodo si trova appeso tutt’ora, molto in alto, nel Duomo di Milano, sopra l’altare maggiore.

LA COLONNA DEL DIAVOLO

Fuori dalla basilica dedicata al santo, sul lato sinistro della piazza, è presente una colonna, comunemente detta “la colonna del diavolo”. Si tratta di una colonna di epoca romana che presenta due fori, dei quali la leggenda dice che furono lasciati da una terribile lotta tra sant’Ambrogio e il demonio. Il diavolo cercò, si dice, di trafiggere il santo con le sue corna, ma finì per conficcarle nella colonna. La tradizione vuole che i fori odorino di zolfo e che appoggiando l’orecchio alla pietra si possano sentire gli spaventosi suoni dell’inferno.

IL CORPO ETERNO

Nel 1864 venne attuata un’indagine molto accurata delle zone sotto l’altare della basilica dedicata al santo, per verificare lo stato delle reliquie del santo, ospitate in quel punto dell’edificio assieme a quelle di Gervasio e Protasio. Vennero trovati due loculi vuoti, uno grande dedicato ai santi e uno più piccolo, dedicato ad Ambrogio. L’8 agosto 1871 l’urna di Ambrogio venne aperta: risultava quasi completamente piena d’acqua stranamente limpidissima. Sul fondo stavano adagiati tre scheletri che furono attribuiti ai tre santi. Il 14 maggio 1874 le reliquie dei santi furono deposte in una nuova urna più bella e preziosa, in argento e cristallo.

 

 

 

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