Ieri sera alle Iene è andato in onda il servizio girato da Nadia Toffa in California, dove ha intervistato 3 madri surrogate, i responsabili di due importanti centri di surrogazione, una coppia etero che ha avuto una bimba attraverso la maternità surrogata e Giuliana Barbieri, psicologa e psicoterapeuta.
Un servizio per andare oltre la retorica e i luoghi comuni e dimostrare il valore di una pratica piena di umanità. Nelle testimonianze raccolte da Nadia Toffa sulla maternità surrogata non ci sono donne “sfruttate” ma solidali e al comando della propria vita, desiderose e persine onorate di render possibile la nascita di una nuova famiglia.
“Non sto dando loro il mio bambino, ma glielo sto restituendo”, ha detto una delle donne intervistate (visto che il feto che le donne ospitano nel loro corpo è frutto della combinazione di un ovulo non suo). Inoltre interessante il fatto che la stragrande maggioranza dei casi coppie italiani in cerca di surrogazione in Californiana siano eterosessuali.
La discussione rimane certo aperta ma, come ha fatto notare la psicologa Barbieri, molte chiusure verso la GPA dipendono dalla fatica richiesta per immaginare un mondo diverso: “Pensare è faticoso, preferiamo rimanere fermi su quel che conosciamo‘.
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Servizio ottimo, fatto davvero bene. Trovo molto bella la frase della donna che fa presente che non si tratta di dare via un bambino, si tratta di restituirlo ai suoi genitori; mostra proprio l'essenza della surrogazione, che è ospitare nel proprio utero una creatura altrui al fine di consentirle di svilupparsi e poi riportarla ai suoi genitori. E questo, mi si permetta, è vero in ogni caso a prescindere dalla provenienza dell'ovulo poiché la creatura è frutto del progetto genitoriale di chi usufruisce del servizio di gestazione conto terzi. E' un reportage che sbugiarda molte assurde tiritere, mostrando che le portatrici scelgono in tutta libertà e consapevolezza e i soldi vanno perfettamente a braccetto con la volontà di far del bene. Brave Iene!
"Pensare è faticoso, preferiamo rimanere fermi su quel che conosciamo (E distruggere tutto ciò che non rientra nei "nostri" canoni di normalità). In pratica dice che è una discriminazione figlia della poltroneria di sforzarsi ad accettare famiglie su famiglie che per una ragione così banale non possono vivere tranquille.... buono a sapersi! Adesso sì che possiamo essere soddisfatti.