Trino e Adam sono la coppia Chicana che è stata recentemente ritratta dal fotografo messicano Henry Jimenez. La coppia gay, grazie a questo questo servizio fotografico, ha attirato un’attenzione quasi esotica nei propri confronti, una presa di coscienza sul fatto che l’amore queer possa germogliare anche in comunità con storie, e codici estetici poco gay-friendly, un piccolo ecosistema, come d’altronde lo è anche il nostro, che noi profani immaginiamo esclusivamente ancorato al machismo latino più cieco.
Trino e Adam stanno insieme da 18 anni e hanno una figlia. Un percorso non così scontato, in una cultura chiusa, e spesso anche stereotipata come quella dei latini. Gli amori queer spesso vivono contestualizzati, adattati e giustificato per potersi conformare alla geografia di una popolazione e di un luogo; ma, confrontandoci con i due papi, giungiamo alla conclusione semplice e lineare che tutto il mondo è paese quando parliamo del nostro immenso e turbolento gorgo queer, fratelli e sorelle, figli di culture differenti, ramificati in una miriade di storie, famiglie e dolori che si disperdono come un grande fiume nel mare del mondo.
Li abbiamo incontrati per voi.
Com’è essere una copia gay nella comunità latina?
Sui social media la cultura latina “soprattutto per quanto riguarda il nostro stile di vita” ha molte opinioni a cui tutti hanno diritto. E sono sempre gli amici, quelli che ci assomigliano e si vestono come noi, ad avere più da dire, ma riceviamo e abbiamo amore e rispetto quando li vediamo nella vita reale. Penso che potrebbe essere perché una volta che ci conoscono siamo proprio come loro, siamo rispettosi, con i piedi per terra e non siamo mai quello che si aspettano.
Identità di genere e sessualità, sono ancora argomenti tabù nella comunità latina?
Sì, sicuramente. Crescendo come un giovane latinoamericano, ti è stato insegnato che gli uomini si comportano in un certo modo, ti è stato detto che gli uomini non piangono né mostrano emozioni. Quindi quando sei un po’ diverso è difficile per loro accettarlo. Forse perché non sono abbastanza coraggiosi per essere quello che sono veramente.
Che importanza hanno i social media nella vostra vita e come spiegate tanto interesse nei vostri confronti?
I social media sono stati così importanti per poter esprimere noi stessi, soprattutto nel mondo in cui viviamo, dove tutto avviene attraverso l’online e i social media. Lo facciamo da tanti anni, e poco a poco la gente ha iniziato a prestare attenzione. Prima con Tik Tok, ora con Instagram. Poi quando abbiamo fatto il servizio fotografico con Henry Jimenez sul ponte, è diventato virale e ci ha portato ad un altro livello.
Quale peso hanno avuto le famiglie nella vostra storia ?
Il 26 ottobre saranno 18 anni che stiamo insieme. Con le nostre famiglie è stato sicuramente un viaggio; avremo mai la piena accettazione? Chi lo sa, ma tutto ciò che possiamo fare è prendere ciò che ci danno e non avere aspettative perché questo porterà sempre alla delusione. Abbiamo imparato che ci bastiamo, finché abbiamo l’altro.
L’esposizione sui social ha portato qualche critica o discriminazione?
Ad essere onesti, abbiamo avuto a che fare con la discriminazione da bambini in famiglia e a scuola tra i nostri coetanei. Da adulti, l’unica discriminazione con cui abbiamo a che fare è online, ma non daremo mai loro ciò che vogliono rispondendo o lasciandoli vincere nascondendosi, è tempo per noi di celebrare il nostro amore.
Quale messaggio vi piacerebbe mandare ai giovani latini con una storia simile alla vostra?
Al giovane latinoamericano vogliamo solo dire che migliorerà, possiamo mai dirti che sarà facile? No, ma sappi solo che non sei solo, hai così tanto sostegno e amore da parte di tutti noi. Abbraccia chi sei e impara ad amare te stesso ora, così non passerai la tua vita adulta a lottare per imparare ancora come farlo. Essere diversi non ti rende debole, ti rende coraggioso, forte e potente. Per favore, non dimenticarlo mai.