Via libera anche ad Asti al Registro delle Unioni Civili, un apposito albo nel quale coppie omosessuali od eterosessuali potranno iscriversi per suggellare così la propria relazione. Con diciotto voti favorevoli il Comune di Asti si doterà dell’albo nel quale potranno comparire i cittadini italiani, comunitari e non comunitari, residenti ad Asti, dello stesso sesso o meno, legati da un vincolo affettivo “quale reciproco impegno all’assistenza morale e materiale, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune”.
“Si tratta di un’iniziativa squisitamente e altamente di valore simbolico – ha precisato l’assessore ai Servizi Demografici Maria Bagnadentro -. In questo modo anche la nostra città vuole dare il segnale che l’amore è uguale per tutti e che un diritto in più per qualcuno non è un diritto in meno per altri. Le coppie che chiederanno l’iscrizione nel registro comunale delle Unioni Civili potranno finalmente vedere riconosciuta la loro domanda: la volontà è riconoscere quelle forme di legami affettivi che non si concretano o non si possono concretare nell’istituto del matrimonio ma che si denotano per una convivenza stabile e duratura”.
Ma è proprio il valore meramente simbolico dell’atto, che non produrrà alcun tipo di tutela giuridica, status legale, o equiparazione alle coppie sposate, ad aver provocato la dura reazione da parte di alcuni consiglieri di minoranza. Bocciata una pregiudiziale del consigliere Marcello Coppo (Fratelli d’Italia) circa la spesa che potrebbe gravare sull’Ente “per un regolamento e una pratica che non serve a nulla”, il dibattito in aula si è vivacizzato sull’opportunità politica di sostituirsi, seppur simbolicamente, al legislatore. “Quello che fate è un inganno nei confronti delle persone che attendono risposte dallo Stato – commenta Maurizio Lattanzio (Lista Civica) – E’ una pratica che non serve a nulla, nella quale non ci sono diritti per chi si iscrive perché non potrà essere riconosciuto loro un minimo di status. Poi mi domando: una persona innamorata di un’altra, ha bisogno che il Comune le rilasci un attestato?».
“Non so quanti aderiranno al Registro perché negli altri Comuni non mi sembra ci sia stata la corsa ad iscriversi – aggiunge Mariangela Cotto (Noi per Asti) – Io sono invece favorevole ad una campagna nelle scuole per insegnare il rispetto che si deve a tutti, coppie gay, o coppie etero. Ma, intanto, mi stupisce che questa Giunta che vorrebbe fare cose di Sinistra non abbia ancora messo in discussione il problema degli immigrati e dei rifugiati di cui tutto il mondo parla”. Per Marcello Coppo, che ha suggerito di cambiare il nome da Registro delle Unioni Civili a Registro “dei fidanzati”, si tratta di una spesa inutile: “Fossero anche 5.000 euro l’anno, dovrà essere spiegata a chi non potrà avere il rinvio di uno sfratto perché non ci saranno soldi”.
Secondo Mario Vespa (Lista Civica), favorevole al principio delle Unioni Civili se regolamentate dal Parlamento, è «un mero atto di propaganda e demagogia che non darà nulla agli iscritti, come ad esempio i vantaggi della Legge 104 per l’assistenza ad un famigliare con gravi disabilità».
Le prime iscrizioni all’apposito albo dovrebbero essere già possibili entro la fine di ottobre.