È morta oggi, a 95 anni, Gina Lollobrigida.
L’attrice era stata dimessa lo scorso Settembre 2022, dalla clinica del Sant’Eugenio in seguito ad un incidente domestico che le provocò la rottura del femore, avvenuto durante la sua corsa elettorale per la lista ‘Italiana sovrana e Popolare’.
Tra i volti più importanti e memorabili del grande schermo e vincitrice di sette David di Donatello, Lollobrigida fu musa degli autori più autorevoli del cinema: dal neorealismo di Luigi Zampa in Campane a Martello nel 1949, a Christian-Jaque nel 1952 con Fanfan La Tulipe che vinsee la miglior regia al Festival di Cannes e la rese una star in Francia, alla consacrazione in Italia con ‘Pane, amore e fantasia’ di Luigi Comencini, entrando nella memoria collettiva come ‘Pizzicarella la Bersagliera’, paesana innamorata al fianco del “Maresciallo” Vittorio De Sica.
Nel terzo episodio della trilogia venne sostituita da Sophia Loren, dando il via ad una delle più chiacchierate e fantomatiche faide dello spettacolo, che nel 2016 in un’intervista con il podcast Awards Chatteresti liquidò come ‘very boring stuff’, inventata per pubblicità e mettere (ancora una volta) due donne di successo l’una contro l’altra.
Nata a Subiaco il 4 Luglio del 1927, si trasferì a Roma nel 1944 iscrivendosi all’Istituto di Belle Arti di Via Ripetta. Appassionata di scultura e pittura, arrotondava posando per qualche fotoromanzo sotto lo pseudonimo di Diana Loris, dichiarando negli anni avvenire che la sua carriera d’attrice è capitata per caso perché le comparsate “pagavano bene”.
Nel 1947 partecipò a Miss Italia arrivando terza, subito dopo Lucia Bosè e Gianna Maria Canale: “Aspirazioni: far qualcosa di serio con le mie capacità” scriveva sulla scheda d’iscrizione.
Oltreoceano recitò al fianco di Humprey Boghart, Tony Curtis, Frank Sinatra, Rock Hudson, ricevendo un invito ufficiale alla Casa Bianca dal Presidente Eisenhower e un contratto esclusivo dal più grande produttore di Hollywood, Howard Hughes.
Troppo ribelle e anticonformista per la gabbia dorata dello star stystem, la Lollo fece subito dietrofront, tornandosene a Roma (Hughes si vendicherà non facendo recitare in America fino al 1956).
Negli anni Settanta incantò le scolaresche di tutta Italia nei panni della Fata Turchina in Pinocchio di Comencini, ultima magia sullo schermo prima di allontanarsi dai set cinematografici e coltivare il proprio amore per la fotografia: nel 1974 il Time pubblicò un suo servizio dedicato a Fidel Castro, con cui trascorse 12 giorni insieme. ” Non mi interessava come leader politico, ma come uomo” dichiarò recentemente al Corriere “Lui aveva capito che non ero andata lì per massacrarlo e accettò con gioia“.
Nel 1980 il quotidiano Le Monde paragonò le sue fotografie all’occhio di Cartier Bresson, con tanto di medaglia d’oro dalla città di Parigi.
Nel 1978, Giacomo Manzù l’aiutò a riscoprire la passione per la scultura posando (di nuovo) per lui nel 1966 e dedicandosi ad una serie di opere esposte nel 1992 all’Expo di Siviglia, ricevendo la Legion d’Onore dal presidente Mitterrand.
Nel 2018 diventò virale sui social con un’Instagram story post-vaccino, mentre mangia in santa pace con patatine e Coca Cola del McDonald.
Autoironica e controcorrente, a ben 93 anni supportava apertamente la comunità LGBTQIA+ affermando nel 2020 che “tutti dobbiamo avere gli stessi diritti“.
La salutiamo oggi, custodendo il ricordo di una diva troppo anticonformista per sottrarsi alle leggi del tempo: “Ho capito che il mio cervello funziona meglio di prima” dichiarò al suo ottantesimo compleanno “Chi non fa niente invecchia prima“.
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