LOS ANGELES – Il poeta inglese Thom Gunn, uno degli autori lirici più rappresentativi espressi dalla letteratura britannica dopo Dylan Thomas, è morto domenica notte, all’età di 74 anni, nella sua casa di San Francisco, la città californiana che aveva eletto a sua patria d’adozione. La notizia della scomparsa è stata resa nota dal suo compagno, Mike Kitay. Affermatosi agli inizi degli anni Cinquanta come uno dei più brillanti e sfrontati ‘giovani poeti ribelli’ della Gran Bretagna, Gunn abbandonò la tradizione poetica anglosassone per abbracciare la nascente ‘controcultura’ rappresentata dalla Beat Generation: per segnare anche fisicamente questo passaggio, nel 1954 si trasferì in California, dove da allora ha sempre vissuto. E’ ritenuto un poeta di culto.
I versi di Thom Gunn mettono a fuoco la violenza dell’esistere e l’oscura sorte dell’uomo in un discorso sintatticamente controllato, ma non alieno dall’uso espressionistico di forme gergali e da improvvise laceranti accensioni metaforiche. La sua raccolta poetica più celebre è “Il senso del movimento” (1957), a cui seguirono “I miei tristi capitani” (1961) e “Tocco” (1964). Nel 1982 ha pubblicato il poema “I passaggi della gioia“, in cui ha dichiarato la sua omosessualità, e un decennio più tardi ha dato alle stampe “L’uomo dai sudori notturni” (1992), raccolta ispirata al mondo gay di San Francisco e agli amici morti di Aids. Nel 1994 ha raccolto tutta la sua produzione in “Collected Poems“.
Nato a Londra nel 1929, cresciuto ed educato a Cambridge, Thom Gunn ha fatto parte della generazione di poeti e scrittori come Philip Larkin, il più noto esponente della ‘poesia arrabbiata’ del secondo dopoguerra britannico, dominata dal rifiuto del ritmo grandioso e dai versi secchi. Ma è con il suo trasferimento in California, che Gunn costruisce il suo stile poetico personale, sperimentando tutte le arditezze del verso libero. Il contenuto della sua poesia sarà condizionato profondamente dalle sue esperienze a San Francisco: povertà, Lsd e omosessualità. La sua produzione è stata coronata dalla conquista di numerosi premi, sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti. E’ diventato anche la voce lirica più importante della ‘poesia gay‘, tanto che nel 1995 ha ricevuto il Lambda Literary Award for Gay Men’s Poetry.
di Daniele Nardini
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