Se la Florida approva la legge Dont’ Say Gay – vietando la divulgazione di tematiche LGBTQIA+ nelle scuole – gli studenti contrattaccano: James Factora, in un servizio per Them Magazine, ci parla di Will Larkins, adolescente diciassettenne e non binary (i suoi pronomi sono they\him) che durante le lezioni di storia americana – nella parentesi che va dagli anni 60/70 – ha notato che il programma scolastico non menziona minimamente i moti di Stonewall, pilastro fondamentale per la liberazione delle persone queer negli Stati Uniti.
LGBTQ American history is not taught in Floridas public schools, so I took it upon myself to explain the events of the Stonewall Uprising to my 4th period US history class. #SayGayAnyway pic.twitter.com/A73TKPlWXF
— Will Larkins (@ProudTwinkie) April 3, 2022
Quando i docenti hanno risposto di non sapere nemmeno loro cosa fosse Stonewall, Larkins si è pres* la briga di colmare le lacune al resto della classe: con tacchi a spillo, abito rosso, e una presentazione di dieci minuti in Power Point, Larkins ha riportato l’attenzione su una delle parentesi più importanti del movimento LGBTQIA+, rimediando ai buchi di un’educazione scolastica che continua ancora oggi a cancellare un pezzo essenziale della nostra storia.
Accompagnato dall’hasthatg #SayGayAnyway il video ha fatto il giro del web, e quando alcuni utenti hanno chiesto per quale motivo si fosse vestit* così, Larkins ha tranquillamente risposto: “Perché mi andava“. Larks è tra i fondatori della Queer Student Alliance, che ha mobilitato più di 500 studenti a protestare fuori le mura scolastiche, contro la legislazione firmata dal presidente DeSantis. Larkins ha scritto anche un pezzo per il New York Times dove spiega come la legge Don’t Say Gay sia estremamente pericolosa per gli adolescenti queer: “Non sapevo come difendermi quando gli altri ragazzini mi dicevano delle cose crudeli o mi bullizzavano” spiega nel pezzo “Ma ho realizzato che coloro che erano così crudeli nei miei confronti non sapevo nulla della comunità queer, e hanno sempre pensato che essere LGBTQIA+ fosse una scelta. L’educazione non solo ha dato valore alla mia persona, ma mi ha anche permesso di scoprire una comunità che è ancora di salvezza per un numero infinito di giovani“. In un’intervista per The Washington Post, Larks ha dichiarato che questo è solo l’inizio della lotta e che numerosi adolescenti si stanno attivando per protestare contro il governo: “Non smetteremo di combattere“.
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