Ennesima aggressione omofoba – la seconda documentata in poco più di un mese – subita da un giovane universitario a Riccione: Filippo Marcuccio è stato brutalmente picchiato, nella notte tra venerdì e sabato scorso, da due clienti del locale in cui si trovava per festeggiare il suo compleanno, dopo aver baciato un amico.
L’aggressione
L’aggressione è stata subito denunciata dal giovane come un attacco a sfondo omofobo. Filippo ha raccontato di aver ricevuto commenti pesanti e di essere stato insultato con il termine “finocchio” prima di essere colpito.
«Ho iniziato a sentire dei commenti omofobi abbastanza pesanti – descrive il giovane – e quindi sono andato a chiedere spiegazioni, a dire “scusate, ci conosciamo tutti. Perché dovete fare così? Qual è il vostro problema?”. Poi mi sono sentito chiamare “finocchio”, prendere dalla spalla e picchiare da due ragazzi»
Come riferisce la stampa locale, i due aggressori si sono scagliati ferocemente contro il ragazzo, causandogli la frattura del naso e 25 giorni di prognosi.
Filippo ha scelto di denunciare
L’episodio dimostra ancora una volta che l’omofobia non è una “libera opinione”, ma una tendenza pericolosa, che si manifesta spesso con comportamenti violenti e discriminatori – come in questo caso.
Tuttavia, i gestori del locale hanno sostenuto una tesi diversa, affermando che l’aggressione non avrebbe avuto nulla a che fare con l’omofobia, ma sarebbe stata invece il culmine di uno scontro fra bande. Filippo, dal canto suo, ha respinto categoricamente questa versione dei fatti.
«Non faccio parte di nessuna banda, né io né il mio amico – spiega -, e poi esco pochissimo, soprattutto per il centro di Rimini»
Il giovane ha deciso di presentare denuncia ai carabinieri, nella speranza che i responsabili dell’aggressione vengano individuati e puniti.
Nonostante l’esperienza traumatica, Filippo ha apprezzato la vicinanza manifestata da tante persone. Tuttavia, ha affermato che il mondo in cui viviamo è ancora caratterizzato da comportamenti discriminatori e che episodi come questo, purtroppo, sono destinati a ripetersi.
«È stata una brutta esperienza che auguro che non accada a nessuno, anche se purtroppo so che non sarà così, perché il mondo in cui viviamo è ancora questo – afferma –. Mi sento fortunato che sia successo a me, che riesco a gestire queste cose con una certa forza e ironia. Qualcun altro si sarebbe buttato molto più giù. Purtroppo – aggiunge – nel 2023 siamo ancora ridotti che due ragazzi non si possono baciare tranquillamente, che rischiano di essere picchiati a sangue».
L’aggressione subita da Filippo rappresenta l’ennesimo campanello d’allarme sulla necessità di combattere l’omofobia e di promuovere una cultura di accoglienza e inclusione a livello sistemico. Anche se, allo stato attuale delle cose, è difficile pensare che questo e molti altri episodi riusciranno a smuovere qualche coscienza.
La risposta di Arcigay Rimini
Nelle scorse ore, Arcigay Rimini ha emesso un comunicato a sostegno della vittima, sottolineando come la componente omofoba dell’aggressione evidenzia una tendenza sempre più preoccupante.
“La ricostruzione dello studente aggredito mette in luce chiaramente la componente omofobica dell’aggressione anche se da altre parti si nega convintamente che questo sia rilevante”, afferma il presidente dell’associazione Marco Tonti “pretendere di escludere l’omofobia su una base di convinzioni di principio è anche questo in qualche modo una manifestazione dell’omofobia, perché cerca di nascondere un fenomeno che è stratificato e presente purtroppo ancora molto ampiamente anche in persone insospettabili, e nega alla vittima il riconoscimento della sua dimensione umana in cui spesso la sua omosessualità è pretesto per scatenare la violenza“.
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