Dopo aver fatto coming out in diretta tv nel corso de La Vita in Diretta, Alberto Matano è tornato a parlare della propria vita privata dalle pagine di 7, magazine del Corriere della Sera.
50 anni il prossimo settembre, l’ex mezzobusto del Tg1, ormai amato e lanciatissimo volto del pomeriggio Rai, ha ricordato quel coming out improvviso, venuto spontaneamente nel pieno del dibattito in senato sul DDL Zan: “Ho sempre pensato che la mia vita privata non dovesse essere oggetto di attenzioni morbose e l’ho protetta con determinazione”, ha precisato il giornalista. “Ma davanti alla difesa di diritti fondamentali non posso tirarmi ndietro, il richiamo è troppo forte”.
Fino ad oggi Matano non ha mai parlato della propria vita sentimentale, “perché ritengo sia giusto e sano proteggere i propri sentimenti. E poi le etichette mi sono sempre andate strette. Nel corso della mia vita non ho avuto confini nella mia affettività. E l’ultimo Sanremo ci ha dato una lezione: non ci sono categorie dove esiste amore”. Ed è qui che il presentatore ha svelato a Michela Proietti di essere felicemente fidanzato. “Se con il mio compagno decideremo di sposarci, allora lo annunceremo e condivideremo la nostra gioia con tutti. Forse è tardi per diventare genitori: si è fatta “una certa” per i figli”.
Infastidito dal gossip che da tempo rimesta nella sua vita privata, Matano ha smontato anche la leggenda metropolitana della presunta e potente “lobby gay” che si troverebbe in Rai: “Un programma come La Vita in diretta va avanti con la forza dei numeri. In 25 anni di Rai posso dire di non aver mai visto una persona di talento rimanere indietro: è come stare in autostrada, io sono entrato con la mia “Smartina” e di sorpassi qualcuno ne ho visto. Ma ho raggiunto la mia meta: non mi sento più una canna al vento, ma una quercia con le radici ben salde”.
Autodefinitosi un “gentile determinato“, Matano ha sottolineato la missione di un giornalista (“scendere in campo per difendere dei diritti“), per poi rimarcare come “le categorie” siano “molto pericolose e certi pregiudizi ci sono sempre, come un rumore di fondo“, nel rispondere ad un quesito su un’eventuale carriera condizionata dall’orientamento sessuale. Sul finale, l’inattaccabile chiosa: “Troppe persone si ergono a giudici della vita altrui“.