Una fata arcobaleno, con ali e vestito rainbow. Alessandra Mussolini troneggia sull’ultimo numero di Chi come mai si era vista prima, ribadendo il proprio sostegno al DDL Zan dopo quel selfie social che aveva spaccato l’Italia e la comunità LGBT.
Intervistata da Alessio Poeta, la 58enne nipote del Duce si è riscoperta dal giorno alla notte paladina dei diritti LGBT.
Ho aderito a una campagna per una battaglia che considero più che giusta. Niente di straordinario, tra l’altro, visto che è sempre stato il leitmotiv della mia esistenza. Oggi più che mai bisogna combattere tutti assieme le tante discriminazioni che, purtroppo, esistono ancora. In questo caso specifico, la mia libertà finisce dove comincia quella degli altri. Chi ha apprezzato e condiviso il mio spirito libero e liberale nonché le tante battaglie fatte, sono sicura che continuerà a farlo. E poi, io parlo per me in quanto cittadina. Non rappresento nè voglio condizionare nessuno.
Impossibile non tornare al 2006, quando ospite di Porta a Porta Alessandra Mussolini urlò “meglio fascista che fr*cio” a Vladimir Luxuria.
Usai quell’espressione in risposta a una violenta provocazione sul mio cognome, non volevo offendere ma porre fine a una spiacevole discussione. Le basti pensare che io e Vladimir, ormai, siamo amiche. Ci ritroviamo spesso come ospiti nelle stesse trasmissioni televisive e non rinunciamo mai a due risate assieme.
Una Mussolini che sorprendentemente apre anche alle adozioni per le coppie gay: “I bambini abbandonati negli istituti sono la peggior sconfitta di ogni società. L’amore deve prevalere su tutto“. Diverso, invece, il discorso sulla GPA: “Non le nascondo che anche io, su questo argomento spinoso e delicato, nutro molte perplessità. Figuriamoci quando si parla di sfruttamento della donna dietro questa pratica“.
E se uno dei suoi figli facesse coming out? “Per me conta, oggi, più che mai, solo ed esclusivamente la loro felicità“. Eppure ancora oggi tante famiglie non accettano l’omosessualità dei propri figli. “Perché nonostante tutto, la nostra società non è così aperta come sembra“, insiste Mussolini, “tanto che talvolta l’omosessualità di un figilio diventa onta per tutta la famiglia. Quando poi la sessualità non è altro che più intima condizione di ogni individuo sulla quale nessuno dovrebbe discutere. Invece oggi mi sembra che ci sia una vera e propria ossessione“.
Anche sull’importanza e sull’utilità dei Pride, Mussolini esprime parere favorevole: “Trovo che musica e colori siano la migliore cura dopo un periodo buio e triste come quello dal quale stiamo faticosamente tentando di uscire. Mi auguro che questo spirito si riversi in ogni manifestazione, politica e non“.
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Solo gli imbecilli non cambiano idea . Benvenuta , Alessandra !
Mi sa che alla Mussolini le hanno fatto un incantesimo..come fa una fascista come lei a cambiare idea…