Un’ora di discorso per Mario Draghi, con 5508 parole e non un accenno ai diritti LGBT, alla legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo. Mentre prosegue il dibattito al Senato, con il voto di fiducia al governo Draghi atteso in serata, il deputato Pd Alessandro Zan, relatore della legge, ha voluto replicare al nuovo premier, chiedendo un cambio di passo e più coraggio sui diritti.
“Il discorso programmatico pronunciato dal Presidente Draghi in Senato è stato di alto profilo e ambizioso, ma al contempo concreto e di visione“, ha sottolineato Zan. “Valuto molto positivamente i numerosi riferimenti all’impegno per una piena parità di genere, ancora lontana, all’investimento sulla sanità e sul ruolo centrale della svolta ecologica nell’agenda di governo. Condivido con il Presidente Draghi la preoccupazione per la violazione continua di diritti in altri Paesi, ad esempio come in Polonia e in Ungheria dove donne e persone lgbt+ sono letteralmente oppresse. Proprio sui diritti chiedo più coraggio e decisione: infatti la collocazione all’interno dei confini dell’Alleanza Atlantica e dell’Unione Europea è anche definita dall’impegno che i Paesi profondono nella tutela e nell’uguaglianza di tutti i cittadini, come le politiche della presidente von der Leyen e del presidente Biden dimostrano. Mi auguro quindi che, nonostante l’assenza di un riferimento specifico su questi temi, il governo lavori in modo serio ed efficace per far uscire l’Italia dalle ultime posizioni in Europa per inclusione della comunità lgbt+, riconoscendone la piena cittadinanza. Lavoro che deve continuare dal sostegno all’approvazione definitiva al Senato della legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, già approvata alla Camera lo scorso 4 novembre. È tempo di fare questo ulteriore passo verso l’Europa”.
Il Pd ha chiesto a Mario Draghi l’approvazione rapida della legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, con la senatrice Monica Cirinnà oggi a palazzo Madama con una mascherina rainbow, a ribadire la necessità di un intervento. Semplicemente immediato, dopo quasi 30 anni d’attesa e di quotidiane violenze, sia fisiche che verbali.
Anche Daniele Priori, segretario nazionale di GayLib, associazione che rappresenta gli omosessuali di centrodestra, ha oggi ribadito al premier Draghi “una rapida approvazione del ddl Zan contro l’omotransfobia”. “Le prese di posizione decisamente rainbow della presidente Anna Maria Bernini, neovicecoordinatrice nazionale azzurra, il ricorrente e apprezzabile coraggio della senatrice Masini, assieme alle manifestazioni che abbiamo avuto di impegno diretto, dalla parte dei diritti lgbt, di vari esponenti d’area liberale, anche di centrodestra, proprio tra i seggi di Palazzo Madama, fanno ben sperare affinché si arrivi a un esito favorevole e non troppo ritardato per la trasformazione in legge dello Stato del ddl Zan. Un manifesto di civiltà contro la discriminazione e per l’inclusione di tutte e tutti nella società dal quale, crediamo, una maggioranza nata per essere di unità nazionale non potrà certo sottrarsi”.
Claudio Mazzella, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, ha così commentato il discorso tenuto da Draghi al Senato.
È durato quasi un’ora il discorso che ha tenuto il neo Premier Mario Draghi al Senato ma della legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, già approvata alla Camera e attesa al voto proprio al Senato, non c’è stata traccia. Tutta la comunità LGBT+ attende risposte chiare dal Premier rispetto alla sua posizione su una legge che l’Italia attende da trent’anni. La legge Zan aspetta l’ultimo passaggio per diventare realtà, segnando così un passaggio epocale per tutto il Paese. Un passaggio in una società più civile, più inclusiva, più egualitaria. Speriamo che il parlamento, essendo questa una legge di iniziativa parlamentare, si attivi immediatamente per dare alla società una legge che si prenda cura delle sue minoranze.