A che punto siamo con le unioni civili? Quali rischi corre il ddl prima in Commissione Giustizia e poi in Aula, dove presumibilmente arriverà a maggio? Lo abbiamo chiesto al quarantaduenne padovano Alessandro Zan, deputato eletto nelle file di SEL ma che dal novembre 2014 fa parte del gruppo del Partito Democratico, esponente “storico” del movimento LGBT italiano, presidente per anni di Arcigay Padova e fondatore del Padova Pride Village.
Con che animo hai seguito dalla Camera, ma anche dall’osservatorio della cosiddetta Bicameralina (la cabina di regia sulle unioni civili formata da cinque deputati e cinque senatori, ndr), l’approvazione in Senato del ddl?
Non è stata una passeggiata: abbiamo dovuto fronteggiare attacchi molto duri, da più parti, da chi questa legge non la voleva e stava facendo di tutto per distruggerla. Abbiamo dovuto resistere e portare avanti una mediazione continua, che non snaturasse però il testo originario del ddl Cirinnà, e contavamo su una maggioranza trasversale in parlamento che approvasse la legge compresa la stepchild adoption. Il clamoroso dietrofront dei 5 stelle ha improvvisamente interrotto questa strada con la conseguenza di lasciare il disegno di legge in balia di un vero e proprio vietnam parlamentare, tra voti segreti e ostruzionismi della peggior specie. Il governo perciò ha deciso di blindare il provvedimento con la fiducia, pur di non far affossare le unioni civili come accaduto per i dico nel 2007.
Tu sei stato tra coloro che più di tutti si sono battuti per evitare lo stralcio della stepchild adoption. Quanto pesa questo elemento nel tuo giudizio complessivo della legge?
Indubbiamente lo stralcio della stepchild è una sconfitta: innanzitutto mia ma anche di tutti coloro che hanno lottato e ci hanno creduto fino alla fine. Purtroppo non c’erano altre strade: ci siamo fidati dei 5 stelle e abbiamo sbagliato. Nonostante ci fossero molti senatori in buona fede pronti a votare il cosiddetto supercanguro – che avrebbe eliminato tutti gli emendamenti ostruzionistici della lega – a un certo punto hanno ricevuto un ordine contrario dall’alto. Si capiva definitivamente che Grillo e Casaleggio non volevano questa legge. Quella delle adozioni rappresenta una ferita aperta che dovrà essere rimarginata al più presto con una riforma complessiva che comprenda, oltre alla stepchild, anche le adozioni legittimanti e per i single. Bisogna riconoscere però che, nonostante tutto, porteremo a casa una buona legge che estende alle coppie gay e lesbiche gli stessi diritti e doveri dell’istituto matrimoniale, come confermato da tutti i costituzionalisti auditi in commissione giustizia.
Come sta andando in Commissione Giustizia? C’è il rischio ostruzionismo?
Martedì scorso abbiamo terminato le audizioni che hanno dato un importante contributo alla comprensione del testo sulle unioni civili. E’ iniziata la discussione generale e per il momento il dibattito appare sereno e costruttivo. Quanto all’ostruzionismo, i rischi non mancano ma sarà compito mio e di tutti i colleghi del partito democratico in commissione vigilare per contrastare ogni imboscata.
Lo stralcio della stepchild, certamente doloroso, ha però spuntato le armi a molti avversari delle unioni civili: questo renderà il percorso del ddl più agevole e veloce?
Molti di coloro che non volevano la stepchild adoption in realtà non volevano le unioni civili e si nascondevano dietro questo pretesto per cercare di affossare l’intera legge. Se noi avessimo presentato inizialmente un testo sulle unioni civili senza la stepchild, Alfano e i suoi avrebbero sicuramente chiesto di stralciare la reversibilità della pensione, o qualcos’altro. Ora sono finiti gli alibi e la legge va approvata così com’è, tenendo presente che l’obiettivo rimane la piena uguaglianza.
Parliamo dei tempi: c’è davvero il rischio che si vada a metà maggio?
Il regolamento prevede che ogni provvedimento legislativo rimanga all’esame della commissione per almeno due mesi. E dunque con ogni probabilità la votazione finale si terrà a maggio.
Sarà messa la fiducia? O è improbabile?
Per approvare la legge in seconda lettura, il testo non va modificato nemmeno di una virgola. Nonostante vi sia alla Camera una più larga maggioranza favorevole alle unioni civili rispetto al Senato, non possiamo permetterci di correre il rischio che la legge venga modificata e rimandata al Senato a causa magari di qualche emendamento approvato con il voto segreto. La fiducia dunque appare l’unica soluzione, una volta che il provvedimento sarà arrivato in Aula, per eliminare tutti gli emendamenti e arrivare direttamente al voto finale. Sono molto fiducioso che questa volta ce la faremo.
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