La capogruppo di Forza Italia al Senato, Anna Maria Bernini, sui suoi canali social ribadisce nuovamente il suo sostegno alla comunità LGBTQ+. Per farlo prende in prestito le parole di Born This Way, celebre singolo di Lady Gaga, augurando sul finale un buon Coming Out Day a tutti i suoi utenti.
Il messaggio è chiaro. La foto anche, con tanto di bandiera rainbow e titolo della canzone a lettere cubitali. I social, sempre loro. Terra delle possibilità. In fondo tutti ci rappresentiamo migliori di quello che siamo, no? Certo, la Senatrice pecca di presunzione e anche tanto. Il tutto poi assume un aspetto sinistro ma la tempo stesso rivelatorio, quando a distanza di mezz’ora dalla pubblicazione vengono cancellati i commenti ritenuti negativi (noi diremo veritieri) e limitata la possibilità di aggiungerne di nuovi.
Bernini paladina della comunità LGBTQ+, elogiata e idolatrata sui suoi canali social. Solo cuoricini, Brava! Brava! e Grazie per il sostegno! Diventerà mica la nuova madrina del Pride? A vedere dalle reazioni positive, uniche e sole, sotto i suoi post sembrerebbe la persona giusta.
Tra comunicati stampa inclusivi, meme, bandiere arcobaleno e commemorazioni dei moti di Stonewall, Bernini continua a stringere accordi per modificare il DDL Zan, che probabilmente tornerà in Aula al Senato il prossimo 25 ottobre. Le modifiche, neanche a dirlo, saranno al ribasso. Meglio eliminare dalla fetta degli aventi diritto le persone trans, meglio non smuovere l’apparato dell’istruzione. Tutto insomma, pur di far passare un disegno di legge, seppur in vitro, per pulire l’ennesima coscienza. Renzi insegna. Un abile gioco di travestimenti, perché l’abito fa il monaco e il libro è sempre giudicato dalla copertina. Prima lezione in politichese.
Neppure la presenza, all’interno di Forza Italia, di Elio Vito et similia, convinti sostenitori del DDL Zan – così com’è – ha illuminato la senatrice Bernini. Nel mentre, è diventata un’icona LGBTQ+, quasi esclusivamente della parte meglio tutelata, quella del maschio omosessuale, sempre alla ricerca della donna da idolatrare, meglio se dall’aspetto algido, meglio se griffata, meglio se nelle storie usa le hit simbolo della comunità. Certo, è in buona compagnia. Lo stesso discorso è valido per Santanchè, così come altre esponenti della Destra italiana.
Bernini ha scelto una linea di comunicazione ben chiara, addirittura realizzando un logo con le sue iniziali. Perché si sa, nella politica bisogna prima di tutto vendersi, e bene. Il tutto appare grottesco e subdolo, ma in un calderone del trash quale è Instagram il messaggio arriva forte e chiaro. L’immagine del “voglio vederti danzare… in sicurezza“, per la riapertura delle discoteche, è stata ripostata centinaia di volte dalla community. La GenZ mastica tutto e consuma tutto. Vedere dei personaggi lontani e schivi, meglio se politici, decontestualizzati e messi in ridicolo, meglio se fatto da loro stessi, è pane quotidiano per le generazioni con la laurea ad honorem in semiotica dei meme.
Intanto la politica va avanti in altre bolle, più istituzionalizzate, più solide, magari collocate nel centro della Capitale. E le decisioni, le trattative e gli accordi non corrispondono all’ultimo post nel feed, cioè all’altra bolla dove per molti tutto ha un inizio e una fine. Il Rainbow washing, così come tutti gli altri washing, viene spesso smascherato, ma alla fine sembra funzionare. Magari non subito, ma al secondo post sì. Perché uno spazietto per ripostarti nelle mie storie te lo trovo. Adoro! Iconica!
Photos: @berniniannamaria
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