Se in Italia abbiamo un governo che ha dichiarato guerra alle famiglie arcocobaleno, con una ministra per le pari opportunità che sparla di gender e una presidente del consiglio che punta a rendere reato universale la GPA dopo aver accolto a braccia aperte Elon Musk, che grazie proprio alla GPA è diventato due volte padre, il 2023 estero è stato ricco di buone notizie sul fronte diritti LGBTQIA+.
In diversi Paesi si sono giustamente festeggiati attesi traguardi, con vecchie leggi omobitransfobiche finalmente cestinate e nuove conquiste abbracciate. Vedere per credere.
Mauritius
Il 5 ottobre 2023 la Corte Suprema di Mauritius ha dichiarato “incostituzionale” e “discriminatoria” la criminalizzazione e il divieto all’intimità tra persone dello stesso sesso fino ad oggi vigente nel Paese africano, dando così forma ad una storica sentenza.
Abdool Ridwan Firaas Ah Seek, presidente dell’organizzazione locale LGBTQIA+ Collectif Arc-en-Ciel, sostenuto dallo Human Dignity Trust di Londra, è stato il principale artefice di questa straordinaria vittoria. Abdool aveva contestato la costituzionalità della sezione 250 del codice penale mauriziano, che risaliva al 1838. La sezione criminalizzava le relazioni consensuali tra persone dello stesso sesso, con pene fino a cinque anni di carcere. La sentenza ha sottolineato come Mauritius sia uno Stato democratico e laico, non trovando alcun giustificabile motivo per intromettersi nella vita privata delle persone LGBTQIA+.
Sri Lanka
Il 9 maggio la Corte Suprema dello Sri Lanka ha stabilito che non è incostituzionale depenalizzare l’omosessualità. Una sentenza storica per il Paese, dove le relazioni omosessuali erano ancora illegali. Due le sezioni del codice penale da cancellare: la sezione 365, che punisce rapporti carnali “contro natura”, e la sezione 365A, che punisce ogni atto di indecenza. Le pene andavano dalle multe fino a dieci anni in prigione. Risalenti al 1883, le due leggi sono il retaggio delle politiche coloniali britanniche, che già allora criminalizzavano il sesso gay.
Isole Cook
Il 17 aprile il parlamento delle Isole Cook ha ufficialmente depenalizzato l’omosessualità. La legge del 1969, che riguardava solo gli uomini e non era mai stata applicata, rendeva gli “atti indecenti tra maschi” punibili fino a cinque anni di carcere. L’attività sessuale tra uomini dello stesso sesso è diventata legale il 1° giugno del 2023.
Spagna
Il 16 febbraio il parlamento spagnolo ha ufficialmente approvato in via definitivo la legge sull’autodeterminazione di genere per tutti gli over 16 e il divieto alle terapie. Tutti i cittadini al di sopra dei 16 anni possono ora cambiare legalmente il proprio sesso anagrafico senza autorizzazione giudiziaria o referti medici, attraverso una doppia semplice dichiarazione amministrativa a distanza di 3 mesi. Per i ragazzi dai 14 ai 16 anni serve il consenso dei genitori mentre tra i 12 e i 14 anni è necessaria anche l’autorizzazione di un giudice. Al di sotto dei 12 anni, non è possibile richiedere alcun cambio anagrafico, se non tramite cosiddetta carriera alias nelle scuole. All’interno della legge anche l’atteso divieto totale alle terapie di conversione, oltre a nuove misure contro l’omofobia nei settori della salute, dell’istruzione e dell’occupazione.
Islanda
L’11 giugno il parlamento islandese ha approvato una legge che vieta la terapia di conversione sulla base dell’orientamento sessuale, dell’espressione di genere e dell’identità di genere.
Nessun parlamentare ha votato contro il disegno di legge, presentato dalla deputata Hanna Katrín Friðriksson, con 53 voti favorevoli e tre astenuti. Friðriksson ha sottolineato come le pratiche di conversione siano “basate esclusivamente sull’ignoranza e su idee reazionarie“, ribadendo come “non hanno posto nella nostra società“.
Cipro
Il 25 maggio il parlamento di Cipro ha approvato ufficialmente la legge che criminalizza le cosiddette terapie di conversione. La legge va a modificare il codice penale, rendendo reato penale qualunque pratica, tecnica o servizio volto a convertire, sopprimere o sradicare l’orientamento sessuale, l’identità di genere o l’espressione di genere di qualcuno. La nuova legge vieta inoltre le pubblicità di tali terapie o tecniche di conversione. Le persone ritenute colpevoli di praticare – o pubblicizzare – terapie di conversione potranno essere punite con la reclusione fino a due anni e/o con una multa non superiore a 5.000 euro. Se queste pratiche sono condotte su un minore, le pene detentive potranno arrivare fino a tre anni, con una multa massima di 10.000 euro.
Giappone
Lo scorso ottobre la Corte suprema del Giappone ha dichiarato incostituzionale una legge del 2003 sulla transizione di genere. La legge, che imponeva alle persone transessuali di sottoporsi all’intervento chirurgico per poter modificare il proprio genere sui documenti anagrafici, richiedeva anche una patologizzante diagnosi formale di “disturbo dell’identità di genere“ da parte di un professionista medico – un po’ come accade qui in Italia. La Corte suprema ha giudicato il regolamento in contrasto con l’articolo 13 della Costituzione giapponese, che afferma: “Tutti i cittadini devono essere rispettati come individui“.
Finlandia
A inizio febbraio il parlamento finlandese ha ufficialmente approvato una nuova legge sull’autodeterminazione del genere, con 113 voti a favore e 69 contrari. La legge in questione va ad abolire i requisiti fino ad oggi necessari della sterilizzazione e di una diagnosi psichiatrica affinché le persone transgender possano ottenere il riconoscimento giuridico del loro genere. La legge precedente, che secondo Amnesty era in contrasto con la Convenzione europea dei diritti umani, prevedeva che una persona dovesse fornire prova della sua infertilità prima che le venisse riconosciuto il genere. Da oltre un decennio gli attivisti LGBTQI+ chiedevano al governo finlandese di andare oltre simile arcaica legge, con quasi mezzo milione di firme racconto in tutto il mondo con una campagna del 2017. Con questa nuova legge, il riconoscimento del genere verrà garantito ai maggiorenni a seguito di richiesta scritta e dopo un “periodo di riflessione” obbligatorio di un mese.
Hong Kong
Lo scorso febbraio la Corte Suprema di Hong Kong ha aperto all’autodeterminazione per le persone trans*. Fino a quel momento per poter cambiare il proprio genere sui documenti era necessario essersi sottoposti a interventi di chirurgia e riassegnazione del sesso ed essere valutati da un’equipe di esperti. Con la nuova sentenza, le persone transgender potranno fare richiesta di modificare il proprio sesso sui documenti di identità anche se non si sono sottoposte a interventi chirurgici. La sentenza ha chiuso una sfida legale iniziata nel 2019 da Henry Edward Tse e un’altra persona di cui non è stato rivelato il nome, dopo che un funzionario statale si era rifiutato di cambiare il loro genere sulle carte d’identità. La Corte Suprema ha dichiarato colpevole il governo per aver violato i diritti delle due persone transgender.
Lettonia
Il 9 novembre il parlamento della Lettonia ha votato a favore delle unioni civili, garantendo il riconoscimento legale alle coppie dello stesso sesso ma minori diritti rispetto alle coppie sposate. Una prima attesa svolta nei confronti dei diritti LGBTQIA+ per la Lettonia, 18 anni dopo la modifica della costituzione per definire il matrimonio “tra un uomo e una donna”, in modo da cancellare qualsiasi ipotesi di nozze same-sex. La nuova legge, che entrerà in vigore a metà del 2024, consentirà alle coppie dello stesso sesso di registrare la propria unione presso un notaio. Permetterà inoltre il diritto di farsi visita in ospedale, nonché benefici fiscali e di previdenza sociale.
Nepal
A luglio il Nepal è diventato il primo paese dell’Asia meridionale tradizionalmente conservatrice a riconoscere legalmente il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Lo scorso maggio la Corte Suprema del Nepal aveva emesso una sentenza che ordinava al governo di riconoscere il matrimonio egualitario e il coniuge straniero dello stesso sesso di un cittadino nepalese. Due mesi dopo la stessa Corte Suprema del Nepal ha stabilito che tutti i matrimoni tra persone dello stesso sesso debbano essere registrati. Il giudice della Corte Suprema Til Prasad Shrestha ha ordinato al governo nepalese di avviare immediatamente la registrazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso e delle “unioni eterosessuali non tradizionali”, in attesa che la legge sul matrimonio venga una volta per tutte approvata.
Estonia
A metà giugno l’Estonia ha approvato il matrimonio egualitario. È il primo stato baltico ad approvare il matrimonio anche per le coppie omosessuali. Nella capitale Tallin, il parlamento estone ha votato e approvato il provvedimento, a due mesi dall’insediamento del governo di coalizione liberale e nove anni dopo che il paese aveva approvato le unioni civili.
Parlamento UE
A metà dicembre il Parlamento europeo ha espresso il proprio sostegno al riconoscimento della genitorialità in tutta l’UE, indipendentemente da come un bambino sia stato concepito, sia nato o dal tipo di famiglia che ha.
Con 366 voti a favore, 145 contrari e 23 astensioni, i deputati hanno dato parere positivo alla proposta di legge sul riconoscimento delle decisioni e sull’accettazione degli atti pubblici in materia di filiazione. L’obiettivo è di garantire che la genitorialità, cosi come è stabilita in un Paese dell’UE, sia riconosciuta automaticamente anche negli altri Stati membri, per offrire a tutti i minori gli stessi diritti previsti dalle leggi nazionali in materia di istruzione, assistenza sanitaria, custodia e successione. I deputati hanno inoltre approvato l’introduzione del certificato europeo di filiazione, volto a ridurre la burocrazia e a facilitare il riconoscimento della genitorialità nell’UE. Pur non sostituendo i documenti nazionali, potrà essere utilizzato al loro posto e sarà accessibile in tutte le lingue dell’UE e in formato elettronico.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.