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Attivi o passivi? Secondo la scienza dipende da fattori biologici

Tra i correlati il mancinismo e la presenza di fratelli maggiori in famiglia.

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Alcuni ricercatori avrebbero scoperto specifici indicatori biologici legati alle preferenze sessuali degli uomini gay. In altre parole gli omosessuali potrebbero essere predisposti sin dalla nascita a essere attivi o passivi: a decretarlo una ricerca pubblicata nelle scorse ore sul magazine online PLOS ONE.

I ricercatori dell’Università di Toronto Mississauga (un gruppo costituito da Ashlyn Swift-Gallant, Lindsay A. Coome, D. Ashley Monks e Doug P. VanderLaan) hanno interrogato 598 uomini gay, contattati tramite Facebook e in occasione del Pride di Toronto del 2015, e individuato alcuni specifici indicatori biologici che determinerebbero l’orientamento passivo e quello attivo, come leggiamo su PLOS ONE: tra i primi la presenza in famiglia di fratelli maggiori, il mancinismo (“Questa preferenza prende piede sin da piccoli ed è legata all’organizzazione del cervello: ecco perché è un fattore interessante da prendere in considerazione” ha rivelato uno dei ricercatori, VanderLaan) e il non-conformismo alle tradizionali norme legate all’identità di genere) sin dalla tenera età, su cui si è indagato attraverso un questionario (qui per leggerlo).

Tra gli uomini gay, la variazione nell’adozione o meno delle norme legate all’identità di genere tendono a corrispondere alla variazione nel comportamento sessuale anale. Nello specifico gli uomini gay attivi manifesterebbero tratti della personalità tendenzialmente più mascolini se comparati ai maschi passivi, che rivelano invece tratti della personalità più femminili”. E sono gli stessi maschi attivi, continua la ricerca, a classificarsi come più mascolini rispetto ai passivi.

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Esisterebbero dunque dei sottogruppi biologici a separare la comunità gay, tradizionalmente analizzata e studiata in ambito scientifico come gruppo monolitico, anche se gli stessi studi diffusi dai ricercatori di Toronto rilevano che la maggioranza degli uomini interpellati ha dichiarato di essere tendenzialmente versatile.

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La ricerca, ad ogni modo, è interessante perché pone una questione a lungo dibattuta sotto una nuova luce: più frequentemente, infatti, si è parlato di preferenze sessuali di uomini gay in ottica sociale.

Già a gennaio, però, una ricerca – ad opera di David Moskowitz, professore di Epidemiologia del New York Medical College – parlava di combinazione tra fattori biologici e fattori assimilati durante il percorso di crescita: il ruolo sessuale preferito, infatti, si assimilerebbe del tutto solo nell’arco di quindici anni, durante i quali le oscillazioni sarebbero numerose.

Queste le sue parole al magazine Jezebel: “Sono anche le esperienze sessuali – positive e negative – a indirizzare le persone verso un ruolo. Ho condotto questo studio per cercare di dimostrare che il ruolo sessuale anale è molto più innato di quanto si possa pensare. Credo ardentemente che la biologia giochi un ruolo vitale nel predisporre ogni individuo a un orientamento più passivo o più attivo, ma non è giusto fare semplificazioni: è tutto molto più difficile, probabilmente dovuto a una compenetrazione di fattori”.

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