Sono Anjali Chakra e Sundas Malik e vivono a New York. Stanno insieme da un anno e per celebrare il loro anniversario hanno voluto farsi un book fotografico. Fino a qui, nulla di strano. Una semplice coppia lesbica che ha voluto ricordare questo giorno speciale con un album di foto.
Ma questi scatti hanno fatto molto di più. Infatti, dimostrano l’unione tra due paesi molto diversi tra loro. Anjali è una donna di origini indiane. Sundas, un’artista, è musulmana e proveniente dal Pakistan. A immortalare la scena, il fotografo Sarowar Ahmed. L’album è stato intitolato “Storia d’Amore di New York” ed è già diventato virale per la potenza delle sue foto.
Le foto come messaggio a tutte le persone LGBT: “non siete sole”
Intervistate da Metro.co.uk, Anjali e Sundas hanno spiegato:
Persone da tutto il mondo ci hanno contattato per dire che sono state toccate dalla nostra storia e dalle nostre foto, ed è così commovente. Ci ha fatto capire che quando un intero gruppo di persone non ottiene rappresentanza nei media, semplicemente vivere apertamente come membro di quel gruppo fa la differenza. Ci sentiamo bene con tutte le giovani ragazze LGBTQIA, persone non binarie e ragazzi che guardano le nostre foto, si sentono reale e capiscono di non essere sole.
Questo album, oltre che per l’anniversario, aveva anche un altro motivo: Sundas da lì a pochi giorno avrebbe incontrato la famiglia di Anjali per la prima volta da quando stanno insieme. E’ quindi sembrato giusto a entrambi vestire in abiti tradizionali, come gesto di rispetto verso i familiari.
L’omofobia e l’appoggio ricevuto dagli utenti per la coppia lesbica
Alle loro non sono mancante le offese omofobe, ma Sundas e Anjali non se ne preoccupano: moltissime i messaggi di sostegno, e di risposta verso chi le critica. Ma soprattutto, queste foto dimostrano quanto poco basta per abbattere religioni, pregiudizi, lingue e culture diverse, quando c’è l’amore. Poco importa se è una coppia lesbica, gay o etero.
L’amore non conosce confini, non fa distinzioni.
Le foto sono di Sarowar Ahmed.
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