Le donazioni di sangue in Italia sono aperte anche ai maschi omosessuali dal 2001 eppure arrivano ancora denunce di omofobia.
Dopo il caso di presunta discriminazione di un donatore gay avvenuto ad Oristano, si ripresenta il tema dell’accesso al sistema trasfusionale per gli uomini omosessuali. Non si tratta di un episodio isolato, come confermato anche da Arcigay con il responsabile salute Michele Breveglieri che parla di “Questione ciclica. La legge in questo caso è chiara e va benissimo, ma c’è ancora chi ne dà un’interpretazione errata, illegale e controproducente, perché spinge potenziali donatori ad andarsene o a mentire”.
Con il direttore del Centro Nazionale Sangue, Giancarlo Maria Liumbruno cerchiamo di fare chiarezza sulle donazioni di sangue dei MSM, ovvero dei maschi che fanno sesso con maschi, in Italia.
Innanzitutto chiariamo un equivoco: gli omosessuali possono donare il sangue.
“Assolutamente, l’orientamento sessuale non è un criterio di esclusione dalla donazione di sangue o emocomponenti”.
Eppure arrivano a intermittenza segnalazioni di presunte discriminazioni di uomini gay da parte del sistema trasfusionale. Si sente di escludere che in Italia esista un problema diffuso di questo tipo?
“Le segnalazioni, talvolta, arrivano al CNS direttamente dal donatore che ne è stato oggetto oppure attraverso i referenti della regione dove si trova il servizio trasfusionale coinvolto. Sono episodi rari e pertanto indicano che il fenomeno è contenuto”.
Possiamo ricordare quali sono i comportamenti a rischio o le condizioni che precludono la possibilità di donare?
“Sono esclusi, a protezione della salute del ricevente, i soggetti affetti da malattie trasmissibili con la trasfusione o che abbiano un comportamento sessuale abituale e reiterato (promiscuità, occasionalità, rapporti sessuali con scambio di denaro o droga) che li espone ad elevato rischio di contrarre malattie infettive trasmissibili con il sangue. La normativa vigente prevede, inoltre, criteri di esclusione finalizzati alla protezione della salute del donatore”.
L’apertura delle donazioni di sangue ai maschi omosessuali in Italia è avvenuta nel 2001. Avete disposto una verifica per assicurare che questo cambiamento sia stato recepito dalle strutture sul territorio?
“Le segnalazioni di donatori esclusi per l’orientamento sessuale sono state e sono tutt’ora realmente sporadiche. La selezione dei donatori di sangue basata sulla valutazione individuale del rischio correlato ai comportamenti sessuali, come dispone la normativa, è ormai consolidata”.
Se ci fosse un reale caso di esclusione ingiustificata come dovrebbe comportarsi il potenziale donatore? Dovrebbe denunciare o esiste un procedimento interno di ‘appello’?
“Il donatore ha la facoltà di rivolgersi al Direttore del servizio trasfusionale o agli uffici dell’ospedale preposti ad accogliere i reclami degli utenti. La responsabilità finale dell’accettazione o dell’esclusione dei donatori dalla donazione è da ricondurre al medico selezionatore”.
L’Italia ad oggi è tra i pochi paesi in Europa che hanno tolto ogni discriminazione sulle donazioni di sangue degli MSM. La definirebbe una misura definitiva o va costantemente revisionata sulla base dell’incidenza dell’Hiv o di altre malattie sessualmente trasmissibili?
“Al momento, sulla base dei dati di incidenza e prevalenza dell’infezione da Hiv nei donatori italiani, rilevati regolarmente su base nazionale e analizzati con cadenza annuale, possiamo confermare la validità di questa misura finalizzata alla selezione basata sulla valutazione individuale dei comportamenti del donatore e non sull’orientamento sessuale dello stesso, ma il monitoraggio epidemiologico è fondamentale ed è importante raccogliere dati robusti e affidabili”.
Per il sistema trasfusionale italiano il periodo post natalizio è uno dei momenti più critici insieme all’estate in termini di sangue disponibile per trapianti, trasfusioni e altri interventi. Fate valere un vostro diritto, andate a donare.
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