Conto alla rovescia per la sentenza sui matrimoni gay che, in ogni caso, sarà una pietra miliare del diritto italiano. Gli occhi sono tutti puntati sui giudici della Corte Costituzionale che martedì 23 delibereranno sul ricorso di tre coppie, due di Trento (Enrico Oliari e Lorenzo Longhi, Emanuela Zambotti e Michela Ossanna) e una di Venezia (Galliano Mariani e Sergio Gallozzi), che avanzarono una richiesta di pubblicazione degli atti prematrimoniali ai Comuni di residenza; richiesta rifiutata "per mancanza dei requisiti minimi".
Gli avvocati di Rete Lenford che assistono le coppie (ne saranno presenti 11 all’udienza di martedì, mentre per lo Stato ci sarà l’avvocato Gabriella Palmieri) hanno ipotizzato tre possibili strade che i giudici potrebbero percorrere: la sentenza potrebbe essere di diniego, l’ipotesi peggiore, oppure accogliere i ricorsi, quella migliore. Poi c’è una terza via a metà strada tra le due: l’alta corte potrebbe prendere atto dell’esistenza di un vuoto legislativo sul tema dei matrimoni tra persone dello stesso sesso e invitare quindi il Parlamento a legiferare in tal senso. Non è da escludere, infine, l’ipotesi di un rinvio della decisione, a dopo le elezioni regionali, magari. In ogni caso per conoscere la sentenza si dovrà aspettare almeno una ventina di giorni.
Nessuno si fa illusioni, a dire il vero. Del resto è ancora troppo recente l’affossamento degli unici provvedimenti a favore delle unioni civili, DiCo e Cus. I DiDoRe promessi non sono neanche mai arrivati nelle commissioni parlamentari. Per non parlare dell’ultima delusione, in ordine di tempo, come la bocciatura contro l’omofobia. Troppo presto per dire: stavolta è la quella buona. la candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio, Emma Bonino ha detto che «’Il diritto deve fare la sua parte. Questa iniziativa parte anche da tutto un contesto europeo e credo vada seguita con attenzione».
La sentenza della Corte non sarà, comunque, nemmeno l’ultima iniziativa giudiziaria per raggiungere lo scopo. Mancano ancora i ricorsi di altre due coppie che dovranno andare al vaglio dei giudici. Qualcuno poi è disposto ad arrivare con le proprie richieste su su fino alla Corte Europea per i diritti dell’Uomo.
Nel frattempo si moltiplicano le iniziative in tutta Italia. Questa mattina si è tenuto un convengo organizzato da Certi Diritti suli diritti civili alla presenza del candidato presidente alla Regione Lazio Emma Bonino. C’è chi propone di posare dei fiori bianchi davanti alla sede della Corte Costituzionale in Piazza del Quirinale. Il giorno della sentenza, a Roma, alle 19, si prepara una fiaccolata davanti a Montecitorio per aspettare il verdetto. Scenderanno in piazza anche Milano, Bologna, Palermo e Napoli.
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