Com’è il tuo rapporto con Elena Stancanelli, la conoscevi?
Direi ottimo. L’ho conosciuta in occasione del progetto, pensa che io non avevo letto neanche il libro. Poi il produttore mi ha fatto questa proposta e di lì è iniziato tutto. Ero stupita del fatto che le due protagoniste nonostante l’omicidio fossero due "eroine". Naturalmente ho chiesto all’inizio ad Elena di approfondire prima insieme il suo libro: nell’arco dei 3 anni impiegati per la sceneggiatura, lei ha seguito molto i miei tempi e i miei umori, anche quando arrivavano notizie negative sul fatto che non c’erano i soldi. Poi il film le è piaciuto molto. E a me il rapporto con Elena ha insegnato davvero tanto.
Qual è stato l’aspetto più difficile da rappresentare nel tuo film? E qual è la differenza maggiore tra il romanzo e la sceneggiatura di cui sei per altro coautrice?
Sicuramente lo stile stesso del romanzo che era troppo difficile da trasporre: le tre voci con i tre flussi di coscienza erano un muro difficile da sormontare e da trascrivere cinematograficamente. Io ho risolto tutto nell’azione: più fuga , più ostacoli, più corsa…anziché l’arrotolamento tematico del romanzo.
Qual è il tuo rapporto con l’universo gay in generale?
Ti dico subito che sono etero, ma che avrei da sempre voluto essere lesbica. Pensa che tutti i miei amici mi hanno sempre dato della lesbica mancata. Ho sempre seguito certe tematiche, un certo mondo, con una curiosità fuori dalla norma. Tant’è che nei miei film anche se non così dichiaratamente il mondo femminile ha un aspetto rilevante. Sono rimasta colpita tanti anni fa da un film che ho visto a Londra Sister my Sister, la storia di due sorelle lesbiche ambientata nell’800. quindi non solo due donne amanti, ma due sorelle incestuose che uccidono alla fine la loro padrona di casa. Anche in quel caso ero dalla loro parte. Forse è stato un’intuizione premonitrice rispetto a Benzina, che per altro ha dietro una filmologia vastissima
Come hai scelto le due attrici, Regina Orioli e Maya Sansa?
Questa è una domanda che mi fanno spesso, e io rispondo che in realtà sono state loro a scegliere me. Si sono sedotte sul set del provino e hanno sedotto anche me. Insomma si sono incastrate perfettamente e per quattro anni, tanto sono durati i lavori, sono rimasta convinta della scelta.Oggi sento pareri contrastanti, c’è chi dice bene c’è chi dice male. Non ho pentimenti.Rifarei le stesse scelte.
Come si definisce Monica Strambini?
Straniera, emotiva, creativa e che travisa la realtà. Stabilisci tu se è un bene o un male…
di Monica Giovannoni
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