Nava Mau è attualmente sulla cresta dell’onda grazie al suo ultimo ruolo nella serie Netflix “Baby Reindeer”.
Nella serie, che trae spunto dalle esperienze reali dello scrittore e comico Richard Gadd (a proposito dell’attore queer, abbiamo scritto qua un approfondimento), Nava interpreta il ruolo di Teri, una donna trans* di cui si innamora Donny, il protagonista (anche di lei abbiamo scritto alcune curiosità sulla sua biografia e carriera come attrice e attivista).
Di recente, il magazine londinese Attitude ha intervistato Nava, una conversazione dove si è parlato della sua esperienza personale di donna trans* e, in maniera particolare, della rappresentazione delle persone trans* nei media.
Quando le è stato chiesto cosa l’avesse attratta di questo progetto, Nava ha rivelato: “È stata la prima volta che ho letto una sceneggiatura che sembrava scritta da qualcuno che conosceva e amava davvero una donna trans*”. Questa connessione profonda l’ha spinta a partecipare al progetto, attratta dalla più unica che rara autenticità con cui vengono trattate le storie trans* nelle sceneggiature.
Nava ha parlato, con un accento particolare, dell’impatto negativo delle rappresentazioni stereotipate e offensive nei media, in particolare nelle commedie, dove le battute a spese delle persone trans* sono quasi sempre state all’ordine del giorno. Ricorda vividamente la sensazione di esclusione e di derisione che queste rappresentazioni provocavano, citando un film degli anni ’80 che perpetuava il trope dell’uomo che vomita dopo aver scoperto che la donna con cui usciva fosse trans*. Questo tipo di narrazione, ha sottolineato Nava, è stata analizzata nel documentario Disclosure, a cui l’attrice ha partecipato nel ruolo di produttrice: un documentario, Disclosure, presente su Netflix, che evidenzia come tali tropi siano stati replicati innumerevoli volte, contribuendo a un clima di incomprensione e pregiudizio.
Parlando di quei pochi momenti significativi di rappresentazione positiva, Nava ha ricordato quando si è sentita rappresentata per la prima volta dal personaggio di Grey’s Anatomy Callie Torres. Callie era una figura di donna trans* curvy, bisessuale e latina che non si scusava per chi fosse: una rappresentazione che ha lasciato un’impronta indelebile su di lei durante l’infanzia.
Nell’interpretazione del personaggio Teri in Baby Reindeer, Nava ha voluto infondere esperienze personali, tra cui una in particolare: quella di relazionarsi con uomini che non hanno elaborato la propria vergogna, la propria queer-fobia interiorizzata. “Non ho dovuto fare ricerche per capire le emozioni di cercare amore e intimità con qualcuno che fugge da esso,” ha spiegato.
Nava ha sottolineato, inoltre, quanto sia stato liberatorio interpretare un personaggio che non fosse definito dal suo essere transgender, ma che fosse piuttosto una persona completa, con una vita propria e desideri indipendenti. “È stato meraviglioso vedere Teri come una figura forte e completa, che non ha bisogno di nessuno per sentirsi realizzata, ma che desidera comunque stare insieme a qualcuno,” ha detto Nava, descrivendo come, nel contesto della serie, Teri funga da pilastro intorno al quale si sviluppano altri eventi e dinamiche.
Verso la fine dell’intervista, Nava ha parlato della continua lotta per accogliere al meglio la propria identità, un percorso che ha trovato compimento solo negli ultimi anni. Ha poi offerto parole di incoraggiamento alle persone gender questioning, ovvero le persone che si stanno interrogando sulla propria identità di genere: “Non saremo mai senza comunità perché esisteremo sempre in ogni angolo del mondo. Anche nei momenti di persecuzione, di isolamento o di profonda repressione, siamo uniti all’universo. Apparteniamo a questo mondo e abbiamo qualcosa da offrire. Dobbiamo continuare a lottare insieme.”
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