Nel Regno Unito sono 4 anni che il partito conservatore promette l’imminente divieto per le terapie di conversione. Prima Theresa May e a seguire Boris Johnson hanno più volte detto che la legge sarebbe presto diventata realtà. Nella giornata di ieri è invece successo di tutto. Prima è trapelata la notizia che Boris Johnson volesse definitivamente abbandonare il progetto di legge contrario alle terapie di conversione, dopo aver più volte promesso che il suo Governo l’avrebbe approvato. Poi, con una toppa ancor peggiore del buco, avrebbe accarezzato l’idea di vietare le terapie di conversione solo nei confronti di gay, lesbiche e bisessuali, escludendo le persone trans.
A darne notizia, causando un vero e proprio terremoto politico, Paul Brand di ITV News. “Mi è stato detto che il Primo Ministro è stato colpito dalla forza della reazione dei parlamentari e dei ministri conservatori, quando hanno visto lo stop al disegno di legge. Ma ha rimosso il divieto alla terapia di conversione per le persone trans, perché a suo dire un disegno di legge non deve avere “conseguenze indesiderate”.”
“Escludere le persone trans dalla protezione nei confronti di pratiche di conversione abusive e dannose è vergognoso”, ha affermato Peter Tatchell, eminente attivista per i diritti umani. “È un tradimento che lascerà le persone trans vulnerabili alla mercé di esorcismi, percosse, ricatti emotivi e percosse psicologiche”.
Leni Morris, CEO dell’organizzazione benefica anti-abuso Galop, ha aggiunto di essere “profondamente preoccupata per i documenti trapelati”. “Nonostante la presunta successiva inversione di marcia sull’argomento, ci sono indicazioni che il divieto potrebbe andare avanti solo per le persone lesbiche, gay e bisessuali, lasciando le persone trans non protette. Cerchiamo di essere chiari: un divieto senza i nostri fratelli trans non è un divieto”, ha continuato Morris. “La cosiddetta terapia di conversione è un abuso psicologico e fisico. Abbiamo bisogno di questo divieto. Ne abbiamo bisogno per tutta la comunità”.
Dominic Arnall, amministratore delegato dell’organizzazione benefica per giovani LGBT+ Just Like Us, ha dichiarato: “Promettere di proteggere le persone lesbiche, gay e bisessuali escludendo le persone trans invia un messaggio ripugnante che le persone trans non sono degne degli stessi diritti, dignità e sicurezza. Escludere le persone trans da queste protezioni potrebbe portare direttamente a un’escalation di questa pratica dannosa rivolta ai giovani trans e avrà sicuramente un impatto sulla salute mentale e sul benessere di intere generazioni”.
Un portavoce del governo ha dichiarato a PinkNews: “Il governo ha una lunga e orgogliosa storia sui diritti LGBT e il primo ministro si è impegnato a portare avanti una legge per vietare la terapia di conversione. Il contenuto, la portata e la tempistica della proposta di legge saranno confermati a tempo debito”.
Le persone trans, numeri alla mano, hanno il doppio delle probabilità di sperimentare la terrificante terapia di conversione. Il sondaggio nazionale LGBT del governo, pubblicato nel 2018, ha rilevato che le persone trans avevano quasi il doppio delle probabilità di andare incontro ad una terapia di conversione rispetto alle persone cisgender della comunità. Il 13% degli intervistati trans aveva subito simili pratiche, o gli erano stato proposte, rispetto al 7% delle persone cis.
Poche settimane fa, il 4 marzo, il ministro per le uguaglianze Mike Freer aveva promesso che il divieto alle terapie di conversione sarebbe presto diventato legge e che avrebbe riguardato tutte le persone LGBT+, comprese le persone trans. Negli ultimi anni Francia, Brasile, Ecuador, Malta, Albania e Germania hanno messo al bando le terapie riparative.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.