Nella giornata di ieri il Parlamento europeo ha ufficialmente condannato le leggi islamiche “retrograde” del Brunei, che puniscono il sesso gay con la lapidazione.
E’ stata votata e approvata una risoluzione che “condanna fermamente l’entrata in vigore del retrogrado codice penale“, esortando le autorità del Brunei a revocarlo “immediatamente“.
“Nessun crimine giustifica un’amputazione o una tortura, per non parlare della pena di morte“, ha affermato la vicepresidente del Parlamento, Federica Mogherini. “E nessuna persona dovrebbe essere punita per aver amato qualcuno. Questo non può mai essere interpretato come un crimine“.
Peccato che il Parlamento europeo abbia però negato sanzioni contro il Brunei e la milionaria famiglia del sultano Hassanal Bolkiah. I legislatori avevano chiesto il congelamento dei beni, il divieto di visto e l’inserimento in una lista nera dei 12 ormai celebri hotel occidentali di proprietà della Brunei Investment Agency. Ma l’accordo non è stato trovato.
Nei giorni scorsi dal Brunei hanno provato a difendersi, malamente, asserendo che bisogna salvaguardare “la sacralità della discendenza familiare e il matrimonio tra i singoli musulmani“, negando la pena di morte per gli omosessuali. “Lapidare i gay sarà raro“, hanno incredibilmente sottolineato. L’ONU ha definito il nuovo codice penale “crudele e inumano“, ma il Sultano ha difeso le proprie scelte in quanto suo “diritto sovrano“.
Il Parlamento UE si è espresso contro anche le violazioni dei diritti umani e tutte le forme di repressione politica in Cina e in Camerun.
“Brunei: No crime justifies an amputation or torture, let alone the death penalty. And for sure no person should be punished for loving someone. That can never be interpreted as a crime” @FedericaMog #EPlenary pic.twitter.com/zyBk7rCAW3
— European External Action Service – EEAS
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