Dopo 7 anni di battaglia legale, la Cassazione ha confermato la condanna ad un istituto scolastico cattolico, colpevole di non aver rinnovato il contratto a una professoressa trentina in ragione dei sospetti sul suo orientamento sessuale. L’istituto dovrà ora risarcire la docente con 30.000 euro per il danno di discriminazione, ai quali aggiungere altri 13.329 euro per il danno patrimoniale subìto.
A darne notizia Leonardo Monaco, presidente di Certi Diritti, associazione che ha preso parte al ricorso sostenendo le ragioni dell’insegnante discriminata.
“La vicenda“, sottolinea Monaco, “rappresenta un importante precedente contro le discriminazioni sul posto di lavoro nei confronti delle persone LGBTI e sconfessa una lettura fuori dal mondo del principio di libertà di insegnamento delle scuole religiose, secondo la quale potrebbe essere ammessa una discriminazione così grave in ragione dell’orientamento sessuale”.
A seguire la professoressa, che ha trovato il coraggio di denunciare quanto subìto, gli avvocati Alexander Schuster e Giulia Perin. “La Suprema Corte”, conclude Monaco, “ha confermato anche il risarcimento in favore dell’Associazione Certi Diritti che verrà investito in iniziative per la libertà sessuale di tutte e di tutti.”
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