Sono certamente le prime nozze gay celebrate con rito reiligioso in Italia e sono state celebrate nel tempio valdese di Trapani, tra due donne tedesche. Il rito che ha unito le donne delle chiese luterana e mennonita, è stato celebrato dal pastore Alessandro Esposito. La cerimonia si è svolta lo scorso 7 aprile, ma la notizia è trapelata solo oggi. Le spose, C.H. e B. K., pare siano arrivate a bordo di pullman carichi di circa duecento parenti e amici. Il patto nuziale, già validato in Germania con la stipula di una unione civile, è stato benedetto dalla comunità trapanese, tra formule e inni pronunciati in italiano e in tedesco. La "Tavola valdese – ha detto Esposito – il nostro esecutivo" ha autorizzato l’unione. "Certamente – dice il pastore valdese di Trapani e Marsala, intervistato da Repubblica – questa ha un valore sotto il profilo ecclesiastico e ritengo civico, ma non possiede effetti civili. Ma anche sotto l’aspetto simbolico credo che la scelta operata dalla nostra comunità sia eloquente e vada senza dubbio nella direzione del pieno riconoscimento dei diritti civili per le coppie omosessuali che auspichiamo e chiediamo". Esposito chiede a questo punto un pronunciamento ufficiale anche da parte delle chiese battiste e metodiste: "Esistono dei punti fondamentali che concernono il riconoscimento dei diritti umani, tra cui rientra a pieno titolo la differenza di orientamento sessuale e affettivo, rispetto ai quali una spaccatura può e deve essere provocata, con buona pace di quanti questi diritti non intendono riconoscerli".
f2Al pastore risponde Lucio Malan, segretario di presidenza del Senato, tessera del Pdl in tasca e appartenente alla chiesa valdese. "Come membro di chiesa valdese – ha dichiarato il senatore -, sento l’obbligo di precisare che ciò che è avvenuto presso la Chiesa Valdese di Trapani e Marsala, con la celebrazione di una benedizione per una coppia omosessuale, è un atto dei componenti del consiglio di chiesa e del pastore locale, apertamente contrario all’ordinamento valdese, nel contenuto e nel modo in cui è stato deciso". "L’episodio non è riferibile all’Unione delle Chiese Valdesi e Metodiste, e neppure ai valdesi in generale – ha continuato Malan -, che fin dai tempi più antichi hanno un ordinamento fortemente democratico, né autoritario né anarchico, che non consente pertanto iniziative arbitrarie né ai suoi massimi responsabili né a membri di organi locali. Solo il Sinodo – aggiunge – con decisione conforme delle due sessioni, europea e sudamericana, potrebbe, in via teorica, introdurre innovazioni del genere in quanto ‘massima autorità umana della Chiesa in materia dottrinaria, legislativa, giurisdizionale e di governo’, comunque non sovrana, perché soggetta alle norme fondanti della confederazione fra le chiese".
"Sulle questioni dottrinarie – spiega Malan – non sono consentite iniziative locali, come sancisce il Patto dell’Unione del 1561. Questa benedizione resta perciò solo l’iniziativa di singoli. Sarebbe come se un sindaco celebrasse nozze gay, basandosi su una delibera della sua giunta: sarebbe un atto privo di qualsiasi validità che impegnerebbe solo i diretti responsabili". "Del resto la legge consente ai pastori valdesi – continua – di celebrare matrimoni con validità civile e dunque devono rispettare tutte le norme della legge italiana. Nel 2007 il Sinodo, nella sola sessione europea, ha anche approvato un documento che raccomanda l’accoglienza degli omosessuali nelle comunità, accoglienza che va riservata a tutti secondo l’insegnamento evangelico. Ma celebrare benedizioni alle coppie omosessuali è cosa che va ben al di là dell’accoglienza".
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