Vinti due David di Donatello con La Dea Fortuna, Ferzan Ozpetek torna in libreria grazie a Come un respiro, suo terzo romanzo edito da Mondadori e da oggi ufficialmente in vendita. Un thriller sentimentale in cui il presente si mescola al passato per narrare la potenza della vita stessa, che obbliga a scelte da cui non si torna più indietro. Ma anche per celebrare una Istanbul magica, sensuale e tollerante, con i suoi antichi hamam, i palazzi ottomani che si specchiano nel Bosforo, i vecchi quartieri oggi scomparsi.
È una domenica mattina di fine giugno e Sergio e Giovanna, come d’abitudine, hanno invitato a pranzo nel loro appartamento al Testaccio due coppie di cari amici. Stanno facendo gli ultimi preparativi in attesa degli ospiti quando una sconosciuta si presenta alla loro porta. Molti anni prima ha vissuto in quella casa e vorrebbe rivederla un’ultima volta, si giustifica. Il suo sguardo sembra smarrito, come se cercasse qualcuno. O qualcosa. Si chiama Elsa Corti, viene da lontano e nella borsa che ha con sé conserva un fascio di vecchie lettere che nessuno ha mai letto. E che, fra aneddoti di una vita avventurosa e confidenze piene di nostalgia, custodiscono un terribile segreto. Riaffiora così un passato inconfessabile, capace di incrinare anche l’esistenza apparentemente tranquilla e quasi monotona di Sergio e Giovanna e dei loro amici, segnandoli per sempre.
Questa la sinossi ufficiale del romanzo, chiamato a trasportare il lettore dall’oggi alla fine degli anni Sessanta, da Roma a Istanbul, in un susseguirsi di colpi di scena, avanti e indietro nel tempo. Intervistato da Arianna Finos per LaRepubblica, il regista ha così presentato la sua ultima fatica editoriale.
C’è la mia gioventù in Turchia, mia zia e le sue serate all’Hilton di Istanbul, allora pieno di fascino, simbolo della Turchia colta, aperta al mondo. Soprattutto c’è la rottura di mia nonna e sua sorella che ne Il Bagno Turco raccontavo attraverso la lettera della zia Anita, fuggita dall’Italia perché innamorata del cognato, mentre in Harem Suare c’è il personaggio dell’anziana che alla stazione regala a Valeria Golino un anello per fumare. Il mancato appuntamento al bagno turco accadde a me nel 1982, scoprii l’hammam gestito da una signora greca, vi incontrai una persona speciale. Ci demmo appuntamento fuori, solo dopo scoprii che c’erano entrate diverse. Dieci anni dopo, in un bar, ci siamo conosciuti: l’uno aveva atteso l’altro invano.
Ma allora perché non trasformare Come un respiro in un film? Perché un nuovo romanzo? “Ci hi pensato”, ha confessato Ozpetek. “Ma ora ho in mente altri progetti. Da un litigio con Simone (il marito, ndr) è scaturita l’idea di una storia da commedia all’italiana, drammatica ma con risate, sul coronavirus. Sul tema c’è anche un progetto tv che scrivo con Gianni Romoli. Ho sospeso la scrittura della serie di Fate Ignoranti per un mese, in tempi di pandemia difficile immaginare le conversazioni di prima. Ma sono fiducioso che entro pochi mesi arriverà una cura“.
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