Ci avete dato dentro. E vi siete scaricati entrambi. E ora?
Se vi è già capitato qualche volta di fare sesso con qualcuno, sapete che i comportamenti dopo l’orgasmo variano da uomo a uomo. Recentemente un mio amico si lamentava del suo compagno di letto: «Mi piace divertirmi con lui – ha detto – ma un secondo dopo aver fatto, salta su a prendere l’asciugamano e pulisce tutto, me, lui, le lenzuola…». Chiamiamo questo comportamento iper-igienico “approccio da mamma“. Certo è pulito ed è anche piacevole sentire un morbido panno caldo e umido contro l’inguine. Molti di noi, però, preferiscono piuttosto un comportamento meno anal-compulsivo, e al diavolo l’appiccicume. Il problema è che a volte è difficile capire cosa fare una volta che la situazione si è afflosciata.
C’è l’approccio da “Brivido della vittoria” che in genere comprende un sorrisetto di compiacimento da lavoro ben fatto. “Wow, è stato grande!” è la frase che riempie il silenzio, e se è stato grande davvero seguirà un cenno di approvazione (altrimenti c’è un momento imbarazzante in cui l’insincerità si fa largo). Ma il sesso può far perdere il senso delle cose. Dire «è stato il sesso più bello che abbia mai fatto» è l’equivalente verbale di una giuria che tiene il tabellone dei punteggi, ed è assolutamente inutile dal momento che non ci sono trofei da consegnare. Ma naturalmente, se è stato davvero il sesso più bello che avete mai fatto, le cose cambiano…
L’approccio da “Coniglietto rannicchiato” comprende carezze e caldi baci, e in genere è terribilmente carino. Ci può essere qualche problema, però, nel momento in cui uno rompe il silenzio. «Ti amo» è ciò che tutti noi amiamo sentirci dire, naturalmente, ma nel crepuscolo parlare è inutile. Se avete appena scopato con qualcuno che amate veramente – il vostro fidanzato o un compagno abituale – allora potete farglielo sapere. Ma se il tipo che stringete tra le braccia non è altro che un eccitante pezzo di manzo che avete beccato in una stanza di chat due ore fa, questo tipo di eiaculazione romantica porta a un logico imbarazzo. Meglio dire: «Sei davvero carino» o qualcosa del genere che si mantenga sul neutro.
Ci si può spingere troppo anche nella direzione opposta, a volte, con l’approccio “prosaico”. «Allora, che lavoro fai?» può ancora andare bene perché mostra interesse per l’altra persona. Ma «quanto paghi d’affitto per questo appartamento?» è qualcosa da non chiedere almeno fino al secondo appuntamento. E per favore evitate di chiedere «Chi è il ragazzo in quella foto?» a meno che non siate pronti a sentirvi rispondere «Il mio fidanzato». E a seconda di quanto a fondo siete riusciti a conoscervi prima di finire a letto, la domanda potrebbe semplicemente essere «Scusa mi ripeti come ti chiami?».
Questa è una delle tante buone ragioni per avere un partner fisso. Dopo il sesso, potete parlare della cucina giapponese o di ciò che ha detto il vostro capo al lavoro facendovi uscire di senno, e il ragazzo che occupa il letto con voi è obbligato almeno a sembrare interessato. Per queste e altre ragioni l’amore è grande.
Ma se parliamo di sesso casuale, è lecito attendersi una certa disonestà. L’approccio da “Schiettezza” perciò può essere rincuorante. Se il sesso non è stato stratosferico o se vi siete accoppiati non in paradiso ma nella disperazione di fine serata, perché fare finta che non sia così? «Devo andare, quali sono i miei calzini?» può sembrare freddo, ma può evitare più imbarazzi e sofferenze di uno scambio fasullo di progetti per il futuro. Capita: nelle lotterie non tutte le giocate risultano vincenti.
Se credete sinceramente che nel prossimo futuro chiamerete davvero il ragazzo con cui avete scopato, scambiatevi il numero di telefono per ogni evenienza. Altrimenti non c’è niente di male nel dire “Grazie ma non penso che ci rivedremo” e chiudere delicatamente la porta quando uscite.
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di Simon Shephard – Gay.com UK
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