Fabricio Alvarado Muñoz, giornalista evangelico, cantante di musica cristiana nonché candidato del partito conservatore Restaurazione nazionale, tra meno di due settimane potrebbe diventare il nuovo presidente del Costa Rica.
Il 1° aprile si terrà il ballottaggio tra Muñoz, appartenente alla destra più tradizionalista, e il socialdemocratico Carlos Alvarado Quesada, del Partido Acción Ciudadana, candidato del presidente uscente Luis Guillermo Solis. Sondaggi alla mano, il primo è nettamente favorito sul secondo, dopo aver condotto una sfiancante battaglia elettorale con i diritti LGBT al centro del contendere. Colpa, si fa per dire, della Corte interamericana per i diritti umani, che ha stabilito come il Costa Rica stia violando i diritti umani impedendo alle coppie omosessuali di sposarsi. La Corte, interpellata dallo stesso Governo, ha di fatto sancito che il Paese dovrebbe consentire il matrimonio egualitario.
Muñoz ha cavalcato il fronte del no, sostenendo la linea dettata dall’Episcopato costaricense, contrario alle nozze same-sex. “Proponiamo la sovranità della famiglia tradizionale come base fondamentale della società“, ha tuonato il candidato evangelico, a differenza del rivale socialdemocratico che ha promesso un governo “che sappia portare avanti con vigore, amore e felicità l’agenda dell’uguaglianza“.
Già nel primo turno elettorale Muñoz ha ottenuto la maggioranza relativa, con il 29,74% dei voti. Segno che in alcuni Paesi del mondo l’omofobia, ancora oggi, paga.
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