La stella Vega. Non quella nella costellazione della Lira ma sabato sera, al Berlinale Palast. Quando il regista cileno Sebastian Lelio di Una mujer fantastica e il suo sceneggiatore Gonzalo Maza salgono sul palco per ritirare l’Orso d’Argento per il migliore script non possono non invitare accanto a loro la vera rivelazione del lungometraggio – e di tutta la Berlinale 2017 – l’attrice ventisettenne trans Daniela Vega, a cui dedicano il premio: “Meravigliosa, temeraria, fantastica donna che è il centro di questo film”.
Ad applaudire in sala c’è anche Conchita Wurst.
A quel punto però svaniscono le speranze che Daniela possa agguantare il riconoscimento per la quale è considerata la favorita, l’Orso d’Argento per la migliore attrice – il regolamento impone un solo premio maggiore per film – che infatti andrà alla coreana Kim Minhee per il dramma sentimentale coreano On The Beach At Night Alone di Hong Sang-soo. L’Orso d’Oro se lo aggiudica invece la bizzarra commedia sentimentale ungherese On Body and Soul della regista Ildikó Enyedi (una donna timida e il boss del macello dove lavora scoprono una reciproca attrazione perché fanno lo stesso sogno: un cervo e una cerbiatta ai bordi di un lago incantato). Batte così il favorito Aki Kaurismaki per il suo The Other Side of Hope sui rifugiati. Il regista finlandese addirittura non sale sul palco per ritirare l’Orso d’Argento per la miglior regia, sicuramente un ‘contentino’ rispetto alle previsioni.
In compenso, l’applaudito Una mujer fantastica si aggiudica una menzione della giuria ecumenica e l’orsetto queer, il Teddy Award, e anche qui sono parole di lode soprattutto per Daniela Vega: “Un film realizzato perfettamente – dice la motivazione – con un magnifico approccio cinematografico che parla di un argomento intimo ancora poco rappresentato. Questo lungometraggio presenta un universo davvero autentico retto dall’interpretazione naturalistica e magnetizzante di Daniela Vega nel ruolo di Marina. Sébastian Lelio ha infuso nella storia compassione e comprensione, illuminando la continua discriminazione e la marginalizzazione delle persone transessuali in tutto il mondo”. Niente da fare, quindi, per il nostro Call Me By Your Name di Luca Guadagnino, che non entra nemmeno nel terzetto dei finalisti: gli altri due titoli sono God’s Own Country e The Wound.
Daniela dedica il Teddy “a tutte le persone transgender che muoiono cercando di essere se stesse“.
Ed è sicuramente un passo in avanti il fatto che, sulla scia del successo di Laverne Cox, ad attrici trans vengano finalmente attribuiti ruoli che rispecchino la loro identità, a differenza di lavori pregevoli ma assegnati esclusivamente a cis-gender come The Danish Girl o il televisivo Transparent. Una mujer fantastica è stato acquistato dalla Sony, quindi avrà una distribuzione di primo piano, mentre non risulta ancora un compratore italiano.
Al Teddy Award un altro film trans ha ottenuto un riconoscimento: il Premio Speciale della Giuria è andato infatti al giapponese Close-Knit di Amu Toki Wa, “un film che offre al pubblico uno sguardo alla cultura giapponese e all’amore delle famiglie arcobaleno attraverso gli occhi di una ragazza di undici anni”. Miglior documentario è il taiwanese Small Talk di Hui-chen Huang prodotto da Hou Hsiao-Hsien mentre tra i cortometraggi l’ha spuntata lo svedese My Gay Sister di Lia Hietala. Il Teddy alla carriera è andato all’eclettica veterana Monika Treut.
Qui la registrazione della cerimonia di premiazione dei 31esimi Teddy Awards:
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Qui non esiste alcuna donna ! La donna si caratterizza perché ha l'utero e perché può rimanere incinta, dando alla luce una nuova creatura. La donna ha tutto quell'apparato che si chiama utero, non ha pene e testicoli. Un attimo ! A meno che nel 21 secolo la donna possa anche essere leggermente diversa... Qui non c'è nessunissima donna d'Egitto !!