Donna trans picchiata dalla polizia, le reazioni della comunità T: “Sorella siamo con te, se toccano unə di noi toccano tuttə!”

Monica Romano si è detta "scossa e sgomenta". Vladimir Luxuria "inorridita". E il MIT attacca: "Siamo sconcertatə, ma certo non stupitə, perché quelle manganellate ci sono familiari".

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Donna trans picchiata dalla polizia, le reazioni della comunità T: “Sorella siamo con te, se toccano unə di noi toccano tuttə!”
Donna trans picchiata dalla polizia, le reazioni della comunità T: “Sorella siamo con te, se toccano unə di noi toccano tuttə!”
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Il video del pestaggio di una donna trans da parte della polizia in pieno giorno a Milano ha sconvolto parte del Paese, dividendo incredibilmente la politica tra chi ha difeso l’operato dei vigili e chi ha inorridito dinanzi a simile brutalità nei confronti di una donna inerme.

La Procura di Milano ha smentito la Polizia Locale su quanto sarebbe accaduto prima del pestaggio, negando che la donna avrebbe minacciato dei bambini mostrando loro i propri genitali, e ha aperto un’indagine contro ignoti per lesioni aggravate da abuso di funzione pubblica.

La comunità trans* nazionale ha risposto con sdegno a quelle scioccanti immagini, rimarcando ancora una volta la piaga nazionale della transfobia.

Durissima la reazione del MIT – Movimento Identità Trans.

Apprendiamo in queste ore che una nostra Sorella, una donna Trans è stata brutalmente pestata da agenti della polizia locale di Milano. Siamo sconcertat3, ma certo non stupit3; perché quelle manganellate ci sono familiari; quella brutalità ci è limpidamente chiara; quella violenza di Stato, che ci colpisce nascondendosi dietro all’omertà delle divise la conosciamo bene. Perché non è il gesto di poche “mele marce”: ma è l’ordinaria e quotidiana violenza di un sistema che è completamente marcio, dalle sue radici fini ai rami. È la violenza di un sistema di oppressione che ci vuole schiacciare, perché ha paura di noi: della nostra libertà, favolosità ed autodeterminazione. Lo vediamo da mesi e da mesi lo denunciamo: siamo bersagli di un odio cieco, becero, volgare e meschino; un odio vigliacco e fascista. Quante altre manganellate dobbiamo ancora sopportare, per riprendere in mano quel tacco a spillo che, a Stonewall, è stato la nostra rivolta? La nostra pelle è dura, non la scalfirete mai; ma la nostra pazienza, invece, è già finita. Sorella, siamo con te: perché se toccano unə di noi, toccano tuttɜ!”

È talmente rabbioso il pestaggio a una persona trans inerme a Milano che non riesco a rivedere quel video senza rabbrividire. Quegli omuncoli non meritano la divisa che portano“, ha cinguettato Vladimir Luxuria, che ha poi continuato. “La Procura smentisce la polizia locale, si scopre che la scuola era ben distante da dove la trans di trovava e che è una menzogna il suo spogliarsi e minacciare. Avranno mentito anche sulle testate in macchina per giustificare i segni delle manganellate? Certi tweet fanno orrore“.

Monica Romano, prima persona transgender eletta al Consiglio comunale di Milano nella storia della città, si è detta “scossa e sgomenta” dalle pagine de La Stampa. “Meloni condanni la violenza sulle nostre vite, tornare indietro è facile. Nella comunità lgbtq+ siamo le identità più esposte. Sicuri che gli agenti avrebbero reagito così di fronte a un uomo bianco, eterosessuale e cisgender?”, si è domandata la consigliera regionale, Vicepresidente della Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili.

Polizia = Potere = Uomini con potere = Problema violenza discriminazione abusi“, ha scritto su Instagram Stories Francesco Cicconetti, per poi continuare: “Quando parleranno di eteropride e di eterocisfobia chiederemo di citarci un solo esempio in cui un uomo eterocis bianco sia stato picchiato dalle forze dell’ordine solo perché eterocis bianco“.

Tutto ciò è disgustoso“, ha scritto sui social Jessica Giorgia Senesi. “Poi mi chiedono perché ancora a volte ho paura ad uscire. La stessa polizia finisce per trattare così una persona“.

Guglielmo Giannotta, presidente ACET Associazione Transgenere, ha aggiunto: “Sono io a dovermi immolare in piazza per far valere i miei diritti o siete voi a doverli tutelare in quanto istituzioni? Questa situazione sta peggiorando giorno dopo giorno e siamo per me oggi arrivati a un punto di non ritorno. Io non ho intenzione di stare in silenzio e non dovreste farlo neanche voi Visto che ci hanno abbandonati a noi stessi da tutti i fronti, chiedo aiuto a voi”.

La violenza istituzionale non è mai giustificabile. Non metto il video perché sarebbe un’altra violenza, ma quella scena è ingiusta“, ha scritto su Instagram Josephine Yole Signorelli, ovvero Fumettibrutti.

Indipendentemente dalle ragioni dell’arresto, questo non è civile. Basta“, ha commentato Edoardo Pinto.

Certe immagini sono dolorose ed estremamente traumatiche“, ha scritto sui social Lea Cerezo, modella ed ex concorrente di Ballando con le Stelle. “Quello che per certa gente é una denuncia importante , per altre persone che praticano l’odio é un piacere o semplicemente il gossip della giornata, quello che volgarmente (e anche in maniera r@zzist@) chiamano di “cronaca nera”. Tutte le volte che publichiamo queste immagini rinforziamo il piacere a chi prova odio nei confronti di certi corpi, masturbandosi sul nostro dolore, in alcuni casi addirittura minimizzando la gravità dell’accaduto, per non parlare del quanto quel momento sia stato traumatico ed intimo per la vittima. Oggi ho ricevuto tantissime chiamate da quasi tutti i miei conoscenti, mi hanno mandato un video spaventoso in cui una trans, brasiliana é stata violentata dalle forze dell’ordine italiane. In nessun momento queste persone si sono chieste se queste immagini potrebbero in qualche modo provocarmi ancora più traumi“, ha proseguito Lea. “Sono una donna che ha avuto una vita complessa la tr@nsfobi@ ed il r@zzism0 sono delle realtà per me assai dolorose. La tr@nsfObi@ é um qualcosa che va risolto dalle persone cis, poiché sono loro i creatori di ciò, ed é giusto che il peso di certe responsabilità sia distribuito a chi di dovere. Mi sembra come minimo crudele pensare che persone trans (un gruppo numericamente piccolo), debba oltre che vivere la violenza pulire anche la sporcizia fatta dal carnefice. Abbiamo disegnato in tutte le maniere lo schifo che storicamente la comunità cisgender, bianca, etero, di destra conservatrice pratica nei nostri confronti, penso sia arrivato il momento in cui chi sta al potere si responsabilizzi. Ma questo non è un discorso di interesse in questo paese, visto il governo che democraticamente è stato eletto. Imparate a rispettare le nostre sofferenze, poiché siamo umane! Rispettate almeno il nostro dolore! Dopo lo schifo che ho visto devo trovare le forze per sorridere ai miei nipoti riflettendo a come un giorno racconterò questa realtà ai nostri bambini. La base di questa”estrema destra” è quella di volerci allontanare dai bambini sostenendo che siamo un pericolo, in realtà temono che i loro bambini scoprano da noi, quanto pericolosi sono loro!”.

Questi agenti stanno provando a uccidere una donna disarmata che non oppone resistenza, la donna è una trans“, ha commentato Greta La Medica. “Mi ricorda il caso Cucchi e il caso di George Floyd. La donna è conosciuta in zona Bocconi e viene aiutata dagli studenti e dai commercianti della zona perché spesso non riesce neanche a mangiare. Rimane uno sconvolgente abuso di forza brutale mirata a uccidere, come avvenne con Marsha P. Johnson. Rimane l’abuso su una donna razzializzata e sessualizzata dall’immaginario collettivo. Rimane l’incapacità di razionalizzare un fatto così delicato, i segnali che l’oppressione verso una comunità forse si sta ridestando in modo pericolosissimo“.

Gianmarco Negri, primo sindaco transgender d’Italia, ha parlato di “immagini inequivocabili”. “Dal video si vede la maglietta della Polizia Locale che sta facendo un pestaggio in pieno giorno. Negli occhi mi rimbalza la nostra Polizia Locale, le loro magliette, la fatica che ogni giorno investono, e i momenti insieme sotto la bandiera dell’Italia mentre rimbomba l’Inno del nostro Paese. Quelli in video non meritano il blu della maglietta con quella scritta che dovrebbe rassicurare tutti noi. Screditano un intero corpo che auspico adotti immediatamente misure adeguate. “Questo non è che l’inizio” mi viene subito da pensare. Non è che uno dei primi risultati di una politica violenta contro le minoranze e se poi son minoranze LGBTQIA+ allora anche peggio! Dietro quei manganelli ci sono le parole della politica. Ci sono le risate e gli applausi di un’aula in piedi a festeggiare per l’affossamento delle norme a tutela dei diritti!! Stamani quel tricolore accanto a me e quella toga urlano!”, ha concluso il primo cittadino di Tromello.

 

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