Tutti, indistintamente, siamo venuti al mondo grazie ad una donna.
Madri, sorelle, nonne, zie, figlie, cugine, fidanzate, amiche, amanti. Etero o gay che siate, le donne fanno parte della nostra esistenza sin da quando nasciamo. Ecco perché è doveroso celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, lanciata da Montecitorio con la campagna “Non è normale che sia normale“, per dire basta ad un ‘fenomeno’ che in Italia raggiunge numeri spaventosi. Circa 150 femminicidi l’anno, ovvero quasi tre a settimana.
Considerate dai più truci sessisti ‘minoranza’, anche se nettamente ‘maggioranza’, le donne sono ancora oggi troppo spesso alla mercé dell’uomo medio, che le picchia, le insulta, le ossessiona, le umilia, le uccide. Credono di poterle controllare, di poterne fare quel che vogliono, temono la loro indipendenza, l’ambizione, il coraggio di reagire. Se sono donne che amano altre donne, poi, possono andare incontro ad una duplice violenza, perché vittime due volte. Dell’imperante maschilismo e dell’immancabile omofobia.
Inspiegabilmente noi gay veniamo spessi tacciati di ‘misoginia’, quando in realtà amiamo immensamente l’altro sesso, a tal punto da tramutarlo il più delle volte in ‘icona’ (pop, televisiva o cinematografica che sia). Raramente, per non dire mai, un ragazzo omosessuale oserebbe alzare un dito nei confronti di una donna, perché sappiamo cosa significhi essere (follemente) considerati inferiori, diversi, meritevoli di denigrazione psicofisica costante, solo e soltanto perché venuti al mondo in ‘quel modo’. La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è una giornata che coinvolge tutti e che necessita della massima attenzione, per dire basta ad una piaga che indirettamente riguarda l’odio nei confronti del prossimo, sempre più spiccato in questo Paese improvvisamente risvegliatosi arrabbiato, divisivo, violento.
Il rispetto dovrebbe essere alla base di qualsiasi società sana, ed è dal massimo rispetto nei confronti di tutte quelle mamme, sorelle, nonne, fidanzate, figlie, zie, cugine, amiche, amanti, che bisognerebbe ripartire. Per tornare ad essere più civili, semplicemente esseri umani.
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