La settimana scorsa mio fratello minore (21 anni contro i miei 28) ha fatto il suo coming out con me… e io non mi sono ancora totalmente ripreso. Retrogrado? Conservatore? Reazionario? Macchè: non sarebbe nulla se non fossi gay anch’io e se non avessi fatto coming out in famiglia orami cinque anni fa. Ma riconoscerete anche voi che due fratelli gay su due rappresentano una percentuale piuttosto elevata (ma quanti cavolo siamo? L’OMS parlava di 12%!). E il problema in realtà non è tanto la mia reazione – io mi ci abituerò piuttosto presto, credo – quanto l’atteggiamento di mia mamma: come cavolo facciamo a dirglielo? Ci ha messo anni ad accettare la mia omosessualità… Adesso è la buona volta che la coglie una sincope! Abbiamo pensato di attendere un po’ per dirglielo… Sarà una buona idea? Come aiutarla a superare lo shock? Come fare per farle capire che non è stata colpa sua, che non si è trattato di un suo errore? Il fatto, poi, è che vive sola e che non ha, oltre a noi due (peraltro lontani per motivi di studio e lavoro), altri affetti con cui sfogarsi o farsi consigliare… AIUTO!
nemo
Caro nemo,
è un bel quesito quello che mi poni!
Naturalmente noi dell’Agedo siamo sempre disponibili ad aiutare, con le parole e con l’esempio, tutti i genitori in difficoltà (credo sia inutile ormai, dopo tanti anni in cui operiamo in questo settore, illustrarti la nostra attività: sarà sufficiente che ti colleghi al nostro sito internet www.agedo.org ), ma ben comprendo la tua preoccupazione nei confronti della mamma che, proprio perché sola, è senza dubbio da voi fratelli ancora più amata; mamma del cui benessere vi sentirete chissà quanto responsabili, cercando di essere i figli migliori del mondo; mamma della quale desiderate essere il sostegno, soprattutto psicologico.
So per esperienza personale di quanto amore sia capace un figlio, soprattutto un figlio gay.
Sono convinta che l’amore superi ogni difficoltà e che la lontananza non sia poi così importante: si può comunicare così bene, oggi, a qualsiasi distanza ci si trovi. Beati i mezzi che ci sono! Telefono, internet, video: se vostra madre è in grado di usarli tutti, può essere costantemente in rapporto con voi e voi potete farle sentire tutto il vostro affetto e farle capire quanto abbiate bisogno del suo per vivere bene.
Datele tanto amore, dunque: secondo me questo è il mezzo migliore per aiutarla in questa circostanza. Lei, certamente, dovrà impegnarsi con tutte le sue risorse per superare il primo periodo dopo il secondo coming out, ma sono convinta che una donna che vive sola, di risorse personali ne abbia molte. Solo chi non ha risorse soccombe alle difficoltà, si lascia andare, si colpevolizza oppure si sente vittima.
Perché poi i genitori debbano colpevolizzarsi tanto è un bel fatto. Nell’attesa che la scienza ci offra qualche spiegazione al vistoso (adesso che si fa coming out) fenomeno dell’omosessualità, non resta che prenderne atto, con tutto il coraggio che ci vuole per vivere con compiutezza e sicurezza la propria dimensione sessuale che tanto viene osteggiata, ancora, da una parte della società.
Una mamma appartenente all’associazione Agedo
di AGEDO
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