Maria Elisabetta Alberti Casellati ha 71 anni, siede in Parlamento da quasi 25 anni, è una delle fedelissime di Silvio Berlusconi, da sempre forzista e da oggi presidente del Senato della Repubblica nella XVIII legislatura.
Laureata in giurisprudenza e in diritto canonico nella Pontificia Università Lateranense, fra i più noti avvocati matrimonialisti italiani e dal 2014 membro del Consiglio Superiore della Magistratura, la Casellati non è mai stata vicina alla comunità LGBT. Anzi. Nel gennaio del 2016, nel corso del convegno “La famiglia è una. I diritti sono per tutti“, attaccò le unioni civili, all’epoca ancora in attesa di diventare legge.
“La famiglia non è un concetto estensibile. Lo Stato non può equiparare matrimonio e unioni civili, né far crescere un minore in una coppia che non sia famiglia. Le diversità vanno tutelate ma non possono diventare identità, se identità non sono”. “Non si può fare confusione, la parola usata dal Papa pochi giorni fa: ogni omologazione sarebbe un’improvvida sovrapposizione e un offuscamento di modelli non sovrapponibili“.
Parole inequivocabili che vedono la seconda più importante carica della Repubblica Italiana sterzare paurosamente, rispetto all’ultimo Presidente Pietro Grasso, non solo favorevole alle unioni civili ma anche al matrimonio egualitario, alla stepchild adoption e alle adozioni. Una volta approvata la legge, la Casellati continuò ad attaccare a testa bassa dalle pagine de IlGiornale: «A parole si diceva di voler creare un soggetto nuovo, l’unione fra persone dello stesso sesso, in pratica si è inseguito il matrimonio tradizionale fino a dare vita ad un ibrido». «Il legislatore sostiene che l’unione fra persone dello stesso sesso va inserita fra le formazioni sociali, con riferimento agli articoli 2 e 3 della Costituzione. Perfetto, ma poi vediamo che tutti i rimandi, martellanti, sono all’articolo 29 e alla disciplina della famiglia. Si è fatto un giro tortuoso per giungere, senza dirlo, al matrimonio, ma questo pone seri profili di costituzionalità perché va contro l’articolo 29 della nostra Carta». Non solo: ci sarebbe un altro meccanismo che scricchiola, perché molti diritti concessi alle coppie dello stesso sesso vengono negati alle coppie di fatto fra uomini e donne. Come mai? «Se si sostiene di non voler replicare il matrimonio perché si discriminano le coppie di fatto miste?».
Il 43enne grillino Roberto Fico è stato invece eletto presidente della Camera dei Deputati. Nel pieno della bagarre ‘unioni civili’ Fico, ex presidente della commissione di Vigilanza Rai, disse invece di sì alla Cirinnà e alla stepchild adoption. La giravolta dei 5 Stelle, in tal senso, è poi diventata storia.
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Visto che all'epoca Fico e M5S considerarono scandalosa l'eliminazione della stepchild adoption dal provvedimento sulle unioni civili, voglio proprio vedere cosa farà l'eventuale governo M5S a questo proposito