I Sentinelli sono stati per la prima volta ammessi come parte civile in un processo per diffamazione a mezzo social. Diffamazione legata a parole di stampo dichiaratamente omofobo firmate Fabio Tuiach, ex pugile, ex consigliere comunale di Trieste, ex Lega, ex Forza Nuova, no-Vax e da anni autore di dichiarazioni il più delle volte sconcertanti.
“Un esponente LGBT è stato picchiato e scoppia il caso omofobia a Trieste, siamo in campagna elettorale e succede ogni volta ma forse ha litigato con il fidanzato per la vasellina“, scrisse Tuiach un anno fa sul social russo VKontakte in riferimento al pestaggio ai danni dell’attivista Antonio Parisi, selvaggiamente picchiato a Trieste da 4 sconosciuti. “Grande solidarietà da parte di tutte le forze politiche ma ricordiamoci che in più di un terzo dei paesi al mondo non esiste il problema omofobia perché per i gay c’è il carcere o la pena di morte. Noi avevamo il rogo un tempo, mentre in Russia c’è la legge anti-gay come in tutto l’est e per questo loro non accolgono palestrati che fuggono da paesi omofobia“.
Parole agghiaccianti, quelle firmate Tuiach, che ora lo vedranno finire a processo. “Il percorso per noi si concluderà solo con il riconoscimento della responsabilità penale di Fabio Tuiach, in merito alla violazioni dell’art. 595 e il riconoscimento dell’aggravante di cui all’604 ter cp”, hanno scritto i Sentinelli sui social. “Visto che la politica non è in grado di partorire un Ddl contro l’omolesbobitransfobia, pratichiamo altre strade per sconfiggere l’odio”.
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