Volto tumefatto, lividi e vestiti intrisi di sangue. Sono queste le immagini che Antonio Parisi, noto attivista LGBT a Trieste, ha condiviso sui suoi social per denunciare l’aggressione subita ieri in una zona sull’altopiano del Carso, ad opera di quattro giovani sotto effetto di alcolici.
Hanno iniziato a fare commenti su come ero vestito. Sono abituato a questo tipo di provocazioni, sul momento ho lasciato perdere. Poi qualche ora dopo, in piazza, mi hanno preso a calci. In tutto il corpo, ma miravano soprattutto alla testa.
Non ancora chiare le ragioni dell’accaduto, descritto nel post dell’attivista come un’aggressione a sfondo omofobo. Oltre a lui, aggrediti altri due ragazzi, dei quali uno ha ricevuto 15 giorni di prognosi e sono stati tutti dimessi.
Non mi sento bene, ho ancora dolori in tutto il corpo e vertigini, ho ricevuto troppi calci in testa e adesso andrò di nuovo in ospedale per un controllo. Ricordo che eravamo in osmizza e dei ragazzi ubriachi e molesti che non conoscevo hanno iniziato a provocarmi. Ho lasciato correre fino a quando il locale non ha chiuso e siamo andati a fare un giro per il paese. In piazza si sono avvicinati a me e ai miei amici e nel giro di pochi minuti ci hanno picchiato furiosamente, senza darci il tempo di realizzare e reagire. È stata un’aggressione di una brutalità incredibile. Sono ancora sotto choc, mi fa male parlarne, ma è giusto che la gente sappia.
A nemmeno ventiquattro ore dalla notizia del pestaggio non è tardata ad arrivare la vergognosa presa di posizione del consigliere del Comune di Trieste, Fabio Tuiach, che in un post ha dichiarato:
Un esponente LGBT è stato picchiato e scoppia e scoppia il caso omofobia a Trieste, siamo in campagna elettorale e succede ogni volta ma forse ha litigato col fidanzato per la vasellina.
Parole indecenti, piene di ignoranza e di odio, che facciamo fatica persino a commentare. Non ancora pago, il consigliere facente parte della maggioranza del Sindaco di Trieste, ha continuato:
Grande solidarietà da parte di tutte le forze politiche ma ricordiamoci che in più di un terzo dei paesi al mondo non esiste il problema omofobia perchè per i gay c’è il carcere o la pena di morte.
Nostalgico dei roghi, il consigliere leghista ha rincarato la dose usando parole orrende:
Noi avevamo il rogo un tempo, mentre in Russia c’è la legge anti-gay come in tutto l’est e per questo loro non accolgono palestrati che fuggono da paesi omofobi.
Dura l’immediata presa di posizione dell’ex senatore Francesco Russo, oggi consigliere regionale del Friuli Venezia Giulia, che ha condannato le parole “vergognose e violente“ augurandosi che la politica tutta possa prendere una posizione netta ed inequivocabile sull’accaduto. E sul tema, aggiungeremmo noi, visto che neanche oggi in Senato si è parlato del DDL Zan e di diritti LGBT.
Necessarie e più che auspicabili le dimissioni o la rimozione dall’incarico del consigliere leghista, peraltro particolarmente avvezzo a questo riprovevole linguaggio d’odio. Ricordiamo, per citarne uno, l’episodio dello scorso 27 Gennaio in cui – nella Giornata della Memoria – ha pubblicato una foto di Adolf Hitler.
Trieste merita di meglio, decisamente. E l’Italia necessita, improrogabilmente, di una legge di civiltà attesa da sin troppo tempo.