Alla fine Fedez ha parlato. Ospite del Concertone del Primo Maggio, in onda come di consueto su Rai Tre a sostegno dei diritti dei lavoratori, il rapper aveva rivelato nelle scorse ore che il suo intervento tra una canzone e l’altra era stato sottoposto ad approvazione politica, mancata in prima battuta. “I vertici di Rai 3 mi hanno chiesto di omettere partiti e nomi ed edulcorare il contenuto”, aveva scritto su Instagram, aggiungendo di essere riuscito alla fine di ottenere il permesso di esprimersi senza ostacoli. Più o meno.
Al momento dell’intervento sul palco, Fedez ha ribadito quanto annunciato sui social, aggiungendo che la vice direttrice di Rai 3 ha descritto le sue parole come inopportune. Cosa ha destato tanto scandalo? Non il messaggio rivolto a Mario Draghi sull’impegno necessario dalla parte del governo nel supportare i lavoratori dello spettacolo, fermi da oltre un anno a causa della pandemia. Quello passato senza capricci. Più di qualche brivido, invece, lo hanno scatenato le idee di Fedez circa il DDL Zan e le posizioni della Lega, spesso ostracistiche, di certo contrarie:
Due parole sull’uomo del momento, il sonnacchiante Ostellari. Costui ha deciso che un disegno di legge di iniziativa parlamentare, quindi massima espressione del popolo già approvato alla Camera come il DDL Zan, può tranquillamente essere bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo, cioè sé stesso. Ma d’altronde Ostellari fa parte di uno schieramento politico che negli anni si è distinto per la sua grande lotta all’uguaglianza. Vorrei decantarvi un po’ di loro aforismi, se posso.
Fedez ha poi elencato alcuni delle frasi, post social e commenti che rappresentanti del partito guidato da Matteo Salvini hanno pronunciato a proposito l’omosessualità nel corso degli anni. Da leggere lontano dai pasti, onde evitare nausea e fitte allo stomaco:
“Se avessi un figlio gay, lo metterei in un forno”, Giovanni De Paolo, consigliere regionale Lega Liguria. “I gay che inizino a comportarsi come tutte le persone normali”, Alessandro Rinaldi, consigliere per la Lega, Reggio Emilia. “Gay vittime di aberrazioni della natura”, Luca Lepore e Massimiliano Bastioni”, consiglieri regionali leghisti. “I gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie”, Alberto Zelger, consigliere comunale della Lega a Verona. “Il matrimonio gay porta all’estizione della razza”, Stella Khorosheva, candidata leghista. “Fanno le iniezioni ai bimbi per farli diventare gay”, candidata Lega Giuliana Livigni.
Duro anche il confronto fra le altre norme che stanno seguendo il tradizionale iter parlamentare e il DDL Zan, che secondo alcuni senatori non sarebbe fra le priorità di un paese travolto dalla crisi economica e sanitaria. Sorpresa delle sorprese, Camera e Senato sono ancora attivi e lavorano per noi, spesso dedicando tempo a quisquilie:
Qualcuno come Ostellari ha detto che ci sono altre priorità in questo momento rispetto al DDL Zan. E allora guardiamole. Il senato non ha trovato tempo per il DDL Zan perché doveva discutere l’etichettatura del vino, la riorganizzazione del Coni, l’indennità di bilinguismo ai poliziotti di Bolzano e il reintegro vitalizio di Formigoni. Quindi secondo Ostellari, probabilmente, il diritto al vitalizio di Formigoni è più importante della tutela dei diritti di tutti e delle persone che vengono quotidianamente discriminate fino alla violenza.
Fedez al Primo Maggio contro l’ultracattolica Pro Vita: “Vaticano finanzia aziende che producono pillole del giorno dopo”
Fedez ha chiuso l’intervento, prima di esibirsi con la sua contrastante Bella Storia, rivolgendo un pensiero alle associazioni ultracattoliche e antiabortiste, che non hanno tuttavia fatto i conti con i propri scheletri nell’armadio:
E a proposito di diritto alla vita, il presidente di Pro Vita, l’ultracattolico e antiabortista Jacopo Coghe, amicone del leghista Pillon, in questi mesi è stata la prima voce a levarsi contro il DDL Zan. L’antiabortista però non si è accorto che il Vaticano ha investito 20 milioni di euro in un’azienda farmaceutica che produce la pillola del giorno. Cari antiabortisti, caro Pillon, avete trovato troppo tempo a cercare il nemico fuori e non vi siete accorti che il nemico ce l’avevate in casa. Che brutta storia.
I violini non suonano mai nei pezzi elettronici di Fedez, ma stasera, su quel palco bagnato, pare di averli sentiti forti e chiari. Violini con tutti gli archi, anche con qualche freccia e frecciatina. Da parte sua, la direzione Rai ha respinto ogni accusa di censura nei riguardi dell’artista con un comunicato stampa in tarda serata:
Né la Rai né la direzione di Rai3 hanno mai operato forme di censura preventiva nei confronti di alcun artista del concerto: la Rai mette in onda un prodotto editoriale realizzato da una società di produzione in collaborazione con Cgil, Cisl e Uil, la quale si è occupata della realizzazione e dell’organizzazione del concerto, nonché dei rapporti con gli artisti. Il che include la raccolta dei testi, come da prassi.
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