Spesso si dimentica che omofobia fa rima con sessuofobia: laddove il sesso in quanto tale viene demonizzato, svalutato e censurato gli omosessuali non se la passano mai troppo bene. È un discorso che vale soprattutto quando per "sesso" intendiamo la libera espressione di una sessualità consapevole, ed eventualmente la sua valorizzazione attraverso l’arte, la cultura, i media e – perchè no- iniziative pubbliche, manifestazioni e fiere "a tema" di un certo livello.
Sul fatto che in Italia siamo molto in ritardo anche da questo punto di vista c’è poco da aggiungere: se da una parte la collocazione della mostra Vade Retro ha richiesto mesi di discussioni, rifiuti e polemiche, dall’altra il museo dell’erotismo di Venezia (nella prestigiosa sede di Palazzo Rota, a due passi da Piazza S.Marco) ha dovuto chiudere i battenti qualche mese fa, a meno di un anno dalla sua inaugurazione (con buona pace di chi pensava che da noi almeno l’erotismo etero fosse stato sdoganato).
Nel nostro paese il sesso viene socialmente tollerato solo quando mostra la sua dimensione più volgare e avvilente. Se viene celebrato e presentato in maniera più raffinata e apprezzabile diventa forse un pericolo per chi regge la sua autorità sui sensi di colpa altrui? Ognuno può trovare la sua risposta, resta il fatto che anche il mondo gay italiano rispecchia questo clichè.
Se da noi la cultura leather e fetish, ad esempio, si manifesta prevalentemente nelle dark-room e nei cruising bar con fini, per così dire, contingenti, in molte altre nazioni ha avuto modo di esprimere anche valenze estetiche, artistiche e culturali di un certo rilievo. Non a caso la fetish-art (in cui rientrano la leather-art, la bondage-art, ecc), è riconosciuta come un vero e proprio movimento artistico fin dal secondo dopoguerra, perlomeno al di fuori dell’Italia. Cosa intendiamo per fetish-art? In parole povere è l’insieme di tutte quelle rappresentazioni artistiche (visive, scultoree, installazioni, ecc) incentrate sull’erotismo fetish, ovvero sulla valenza erotica di oggetti, indumenti, pratiche, caratteristiche fisiche e situazioni che trascendono l’atto sessuale in sé, ma trasformano una persona (o più) in un irresistibile oggetto del desiderio.
All’estero ci sono fiere, gallerie d’arte e rassegne di vario tipo incentrate proprio sulla fetish-art (sia etero che gay). Alcune associazioni, come la Tom of Finland Foundation, si occupano proprio della sua promozione e ci sono fetish-models di ambo i sessi (in ambito gay questo ruolo spetta spesso ai pornoattori) specializzati nell’incarnare gli ideali fetish più disparati durante le sopracitate manifestazioni, che spesso si inseriscono in eventi più imponenti come la Folsom Street Fair di S.Francisco o il London Fetish Fair (che ha addirittura una cadenza mensile).
In Italia ci sono fiere come il MISex o il Bergamo Sex, ma il loro profilo è molto più basso ed eterocentrico, rispecchiando esattamente la concezione italiana del sesso di cui parlavamo all’inizio.
L’Italia è destinata ancora una volta ad essere tagliata fuori? Forse no. Fra qualche mese a Milano si terrà l’EXPA, la prima fiera italiana del fetish con un taglio internazionale. Se anche il mondo gay, coi suoi locali e i suoi negozi, volesse farsi avanti (o addirittura sponsorizzare l’evento) gli spazi non dovrebbero mancare e potrebbe essere una grande occasione per guadagnare una sex-fair gay friendly anche nel nostro paese. Spargete la voce!.
Se volete contattare l’EXPA l’indirizzo è www.expafb.com/
di Valeriano Elfodiluce
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